di Giovanni Rosciglione
Ieri sera dei miei amici mi hanno invitato ad una pizza a Monreale, il cui Duomo (nella foto in copertina, le absidi) è noto sito Unesco di massimo pregio artistico e storico: una vera e propria Pizza-Unesco, si potrebbe dire. Avevano prenotato un tavolo per sei alle 20 e 30.
Siamo partiti da casa sua alle 20 per la circonvallazione (il fatto che è stata intestata alla Regione Siciliana avrebbe dovuto metterci sull’avviso). Non c’è un cartello stradale che indica Monreale e, quindi, abbiamo imboccato l’uscita all’altezza di corso Calatafimi verso i monti.
Usciamo con un’unica segnalazione che indica “centro” e che ci porta su corso Calatafimi in direzione mare. Dobbiamo fare un giro vizioso che ci fa perdere qualche minuto e saliamo verso la nostra agognata meta.
Entriamo nel paese e seguiamo le frecce indicanti “Parcheggio Duomo 24/24 h.” Arrivati entriamo nello scivolo del parcheggio. Il portone è chiuso. Scende il mio amico e citofona. Risponde una persona che gli dice che deve chiamare il numero telefonico xxxx. Al telefono risponde un essere umano che dice testualmente: “Questo numero è per le emergenze, tipo incendio; ma oggi (4 agosto!), a quest’ora, il parcheggio è chiuso!”.
Con fatica usciamo in retromarcia dallo scivolo, bombardati dai clacson delle macchine che seguivano, e cerchiamo un parcheggio. Chi vive o va spesso a Monreale capirà facilmente l’insormontabilità del problema. Trovato il parcheggio, corriamo trafelati in pizzeria dove arriviamo con 14 minuti di ritardo.
Il titolare, alla richiesta dell’indicazione del tavolo prenotato, con tono sgarbato ci dice che eravamo in ritardo e la prenotazione non valeva più.
Ci guardiamo intorno e vediamo che era ancora libero un tavolo con sei coperti (vedi che combinazione!) e chiediamo se non fosse quello da noi prenotato. Con rafforzato sdegno, il titolare ci comunica che quello è prenotato per altri che sarebbero arrivati alle 21.
Guardo gli altri tavoli occupati e nessuno di questi era per 6 coperti. Facile dedurne che il titolare (o il “manager”) aveva dimenticato la prenotazione o aveva dato posto a qualche cliente amico.
A due passi, per fortuna, un’altra pizzeria (Peppino) ci ha apparecchiato un tavolo per sei e ci ha servito delle ottime pizze con grande gentilezza e professionalità.
Voi mi chiederete perché vi racconto questa banale storiella.
Monreale è bellissima. Vale un viaggio e ancor di più qualche chilometro di auto per una serata più fresca della torrida Palermo.
Ma la mia storiella spiega anche perché la Sicilia – l’isola più bella del mondo – ha un numero di turisti molto inferiore a quelli che potrebbe avere, e i suoi abitanti cercano di trovare quattro paghe per il lesso solo facendo i forestali o, comunque, cercando di mettere le mani su un brandello di pubblico erario. Finché dura.
Da noi i termini professionalità, senso civico, merito, regole suscitano sdegno e paura.
Se temerariamente li pronunci, o ti guardano come un pazzo o ti segnano come un nemico.