di Maria Luce Schillaci
La rivincita dei fari e di chi li ama: dopo anni di degrado e abbandono, per alcuni fari siciliani è probabilmente giunta l’ora del riscatto. Questa volta qualcosa si muove. Sono infatti quattro i fari siciliani al centro di innovativi progetti di riuso grazie ai risultati raggiunti dal primo bando di gara “Valore Paese-Fari 2015”. Il recupero di questi affascinanti gioielli del mare affacciati lungo le coste rappresenta una leva di sviluppo sociale ed economico per l’intero territorio, un’occasione per far conoscere e apprezzare gli aspetti naturalistici, storici, culturali ed enogastronomici della Regione Sicilia. Questo il tema al centro dell’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Santa Flavia, nel Palermitano, a cui ha partecipato anche Roberto Reggi, il direttore generale dell’Agenzia del Demanio.
L’assessore Giusi Gerratana ha voluto coinvolgere anche le associazioni ambientaliste e vari docenti universitari, chi si è sempre battuto, in modo particolare, per dare una nuova linfa vitale al faro di Capo Zafferano, nel Comune di Santa Flavia. Un progetto che ora ha bisogno di essere finanziato, ma che è già vincente perché pone precisi paletti: niente autostrade, per intenderci, ma opere e iniziative in grado di valorizzare e dare sviluppo alla zona del faro.
Il Comune di Palermo, per esempio, si sta dando da fare per un altro faro: quello di Capo Gallo a Mondello, rispolverando l’idea di trasformarlo in una struttura aperta al pubblico, forse un museo. La proposta parte dall’assessore all’Ambiente Sergio Marino, ed è contenuta nel piano d’azione comunale per il contenimento dell’inquinamento atmosferico e costiero di Palermo. Poche righe nelle quali Marino annuncia che sono ripresi i contatti con l’Ufficio del demanio, proprietario della struttura, per la concessione dei locali, per i quali era stato già redatto un progetto di rifunzionalizzazione.
È ancora presto per avere una risposta, certo è che Capo Gallo, riserva naturale di terra e di mare, rappresenta per i palermitani un luogo discreto e appartato di grande bellezza e suggestione. Con “Valore Paese – Fari 2015” l’Agenzia del Demanio e il Ministero della Difesa – Difesa Servizi SpA hanno messo a bando un portafoglio di 11 fari in tutta Italia che hanno stimolato un’ampia partecipazione del mercato. Sono arrivate infatti 39 proposte, di cui ben 16 per le strutture siciliane, a testimonianza dell’interesse del mondo imprenditoriale e associativo per le opportunità offerte nel territorio. Una volta ultimate tutte le verifiche amministrative previste dal bando, si procederà alla stipula definitiva dei contratti di concessione, da un minimo di 20 fino a un massimo di 50 anni.
Tra gli aggiudicatari provvisori, investitori, imprese locali e giovani imprenditori, società dell’industria turistico-ricettiva, associazioni esperte in tutela ambientale e in attività sociali che avvieranno attività di recupero per portare a nuova vita queste suggestive strutture. La riqualificazione complessiva dei soli fari siciliani impegnerà risorse economiche complessive per gli investitori di 1.804.000 euro.
In particolare, il faro di Brucoli ad Augusta sarà utilizzato da Azzurra Capital srl come punto di accoglienza turistica associato ai prodotti eno-gastronomici locali. Il progetto di Lorenzo Malafarina sul faro Capo Grosso nell’isola di Levanzo (Comune di a Favignana) prevede un resort in cui ospitare workshop di cucina, fotografia, eventi, escursioni e attività legate alla vela, alla pesca e allo yoga.
Per il faro di Punta Cavazzi ad Ustica, la società Sabir Immobiliare srl aggiudicataria ha proposto un progetto di accoglienza sul modello foresteria in cui sviluppare momenti dedicati alla formazione, allo studio e all’intrattenimento. Un hub culturale che potrà diventare punto di riferimento per studenti e giovani ricercatori appassionati al tema del mare.
Il faro sarà inserito in un network turistico di livello internazionale. L’ultimo faro siciliano, quello di Murro di Porco a Siracusa, è stato assegnato a Sebastian Cortese, un giovane imprenditore under 30, che ha proposto un modello di business articolato su vari fronti: ristorazione, marketing, congressi, eventi e 14 posti letto tra suite e boutique apartment. Visto il successo dell’operazione, a settembre sarà pubblicata una nuova gara per l’affitto di lungo periodo di 20 fari, torri ed edifici costieri.
Questo nuovo contesto vedrà ancora una volta la Sicilia tra le regioni protagoniste per riportare a nuova vita le “sentinelle del mare” come luoghi dedicati al turismo e alla cultura. Non resta che attendere progetti e finanziatori. Il faro di Capo Zafferano comincia dunque a sperare: “Questo luogo è di una bellezza assoluta – spiega Mimmo Schillaci, docente universitario e rappresentante di Legambiente – e dal punto di vista naturalistico è uno scrigno di biodiversità (è un sito di interesse comunitario, SIC ITA 020019). Vorremo che il recupero e il restauro fossero legati alla salvaguardia dell’ambiente, alla utilizzazione come laboratorio a cielo aperto per studiosi di tutti il mondo, al turismo sostenibile e al rapporto col territorio a partire dalla comunità marinara di Aspra e Porticello”. Numerose le battaglie portate avanti per salvare questo faro: dal 2012 ci sono state tre marce “ecologiche” con la partecipazione di tantissima gente.
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