di Giovanni Rosciglione
Che il governo Renzi sia in difficoltà mi sembra evidente. Avrà (ha!) sbagliato nel personalizzare il Referendum sulle riforme costituzionali, ma mi sembra altrettanto evidente che non è per questo che è accerchiato dalle batterie di fuoco a destra e a sinistra e, con addetti ai missili terra terra, i soldatini di D’Alema, Cuperlo e Bersani.
È anche evidente che lo schieramento che va da Casa Pound a Toni Negri è alla legge elettorale che guarda, il cui cambiamento prevede a gran voce la fine del ballottaggio e un “cantiere” (ma di cantieri e forum si muore!) che preveda soprattutto la parola magica: premio di maggioranza di coalizione!
E quali sono i motivi che giustificano questa richiesta avanzata anche da attori politici di grande rilievo e che in qualche caso sono anche persone che riscuotono la mia stima e il mio rispetto (per quel che serve)?
- La legittimazione del vincitore, soprattutto ora (ma veramente è da qualche anno) che si scopra che il nostro sistema politico è tripolare o addirittura quadri. Quindi potrebbe avere il 55% dei seggi una forza partitica che al primo turno prende anche meno del 30% dei voti.
- Nel ballottaggio potrebbe anche vincere 5 stelle, come appunto è avvenuto a Roma e a Torino.
E allora ecco un fiorire di proposte di cambiamento della legge elettorale le più bizzarre e fantasiose, tutte però in comune riportano allo strano elisir di lunga vita che sarebbe la Coalizione.
A parte la fine e la precarietà di una sessantina di Governi Italiani di coalizione in 67 anni di Repubblica, fino agli Ulivi di Prodi definito dal coalizzato Bertinotti “il miglior Statista Morente”, oggi mi chiedo: ma con chi il PD dovrebbe coalizzarsi?
Con i Verdini, Schifani e Mastella, che i sostenitori del bersanellum definiscono come “la causa della perdita di identità del PD come partito di sinistra”? Oppure, due minuti dopo la modifica dell’Italicum e l’assicurazione per la rielezione di qualche Mandarino dalemiano, quelli che Renzi è costretto a tenere oggi dentro la maggioranza, diventerebbero improvvisamente bravi compagni?
Oppure con il colorito carro di Tespi della sinistra/sinistra che imbarca da Landini a Fratoianni e da Civati a Carlassare? Questi che sino ad ieri hanno tuonato “No al referendum, ma in ogni caso mai col centrosinistra”?
Quanti secondi durerebbe un governo così? Come potrebbe continuare la strada di un processo di vere e utili riforme e affrontare uno scenario tragico e complesso come quello che si presenta con la crisi della Ue, la Brexit e il terrorismo? Non so.
Ma i due motivi per i quali sono tutti alla ricerca della modifica sono veri?
Ma quando la Appendino di 5 stelle ha vinto al ballottaggio partendo dal 35% dei voti a primo turno e sconfiggendo Fassino, qualcuno ha detto che non era legittimata? O qualcuno si è scandalizzato perché ha vinto con i voti di Sinistra Italiana e della Lega?
Il ballottaggio legittima, perché vince chi supera il 50% dei voti. Dei voti, non dei sogni.
Votano pochi? Se è così è perché la politica appare brutta, inutile. Allora vediamo di migliorarla governando bene, se vinciamo.
Altro punto: così facciamo vincere 5 stelle e la loggia di Casaleggio.
Allora qualcuno vuole cambiare una legge approvata dal parlamento per non fare vincere un partito di opposizione? Ma può mai un partito come il PD che nel suo nome è democratico proporre questo? Ma non vi accorgete che questo è proprio il modo per dare legittimità democratica alle alchimie del Blog e aiutare Grillo a vincere?
Io non toccherei l’Italicum. Semmai inviterei il PD a immaginare e discutere candidature che rappresentino meno il partito delle correnti e più quello dell’Italia dei meriti e dei valori, immaginando anche la presenza di capilista espressioni di culture e professionalità anche esterne al PD. Il PCI lo faceva già mezzo secolo fa con la Sinistra Indipendente.
Condivido. È curioso che chi vorrebbe modificare l’Italicum proponga il ritorno alla coalizione nonostante l’esperienza passata o un mix mai visto tra collegi uninominali e premio di maggioranza. È chiara allora la difesa di interessi tanto poco commendevoli quanto il baratto proposto tra si al referendum costituzionale e modifica alla legge elettorale. L’italicum non è perfetto ma bisognerebbe ricordare che Ramsay Mac Donald primo ministro del primo governo Labour sosteneva che le elezioni non sono un censimento delle.opinioni ma per accordarsi su chi governa il paese
sono del tutto d’accordo.