di Orazio Amenta
Che in Sicilia esista il problema discariche lo sappiamo bene. Lo sappiamo ancora meglio noi bagheresi che dagli anni ’90 facciamo i conti con le chiusure a singhiozzo di Bellolampo e la conseguente necessità di scaricare i rifiuti fuori provincia. Fin qui niente di nuovo.
Come è evidente che dopo l’annullamento delle gare per la realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia da parte del governo Lombardo ai Sindaci non restava come unica strada quella di fare la raccolta differenziata con percentuali superiori al 50%. Già Marineo, paese Coinres, sindaco Franco Ribaudo, cinque anni fa raggiungeva tali percentuali. Oggi i paesi che raggiungono tale obiettivo sono molti di più: Belmonte Mezzagno, Piana degli Albanesi, gli esempi più virtuosi, per non parlare delle Madonie dove il 30% è superato da buona parte dei comuni.
Porta a porta spinto, eliminazione dei cassonetti, incentivi per la raccolta differenziata, promozione del compostaggio domestico e di comunità, ecopunti comunali o privati, case dell’acqua sono gli strumenti semplici con i quali questi comuni hanno invertito la tendenza, diminuendo in maniera considerevole i rifiuti conferiti in discarica e riuscendo anche a contenere i costi e conseguentemente le tasse per i cittadini. In questi comuni la prima cosa che si osserva è che passando al porta a porta ed eliminando i cassonetti stradali, la produzione dei rifiuti crolla improvvisamente di circa il 20%.
Tale fenomeno è dovuto principalmente alla diffusione del compostaggio domestico e al fatto che eliminando i cassonetti stradali, gli stessi non possono essere utilizzati da cittadini di altri paesi, costretti a conferire nel proprio, il rifiuto non può essere appesantito dalle piogge, gli utenti non utilizzano più i contenitori per gettare rifiuti impropri (sfabbricidi, ingombranti, ecc…). A Bagheria passare al porta a porta spinto significherebbe ridurre il quantitativo di rifiuti prodotti che oggi vengono portati in discarica da 25 mila l’anno, a circa 20 mila. Se, poi, si raggiungesse una percentuale intorno al 65% il rifiuto da conferire in discarica peserebbe solo 7 mila tonnellate. Quasi un quarto dei rifiuti che oggi finiscono in discarica.
Negli altri comuni si è osservato che evidentemente i costi del servizio dei rifiuti diminuiscono, le tasse si alleggeriscono, ma cosa molto importante si ha un trasferimento di costi che dai costi per il carburante, per la manutenzione dei mezzi e per i costi di conferimento in discarica, si spostano sulle risorse umane. I soldi dei cittadini, quindi, vengono utilizzati non più per pagare diesel e i gestori delle discariche, ma per pagare ulteriore personale, che è necessario alla gestione della raccolta differenziata, col risultato che differenziare significa non solo rispettare l’ambiente, ma anche creare lavoro.
A Bagheria questo circolo virtuoso non è stato mai avviato. Negli ultimi due anni il Sindaco Cinque è andato avanti a forza di proclami, portando avanti azioni di facciata senza una vera ricaduta sulla percentuale di raccolta differenziata. Fino ad un mese fa quando il Presidente della Regione, con l’Ordinanza n.5, notificata a tutti i comuni, ordinava a tutti i sindaci e ai consigli comunali di adottare entro il 7 luglio un regolamento sulla raccolta differenziata, al fine di aumentare di almeno il 3% la RD entro il 30 agosto e di un ulteriore 3% entro il 30 novembre, a pena il contingentamento del conferimento dei rifiuti indifferenziati per i Comuni inadempienti.
In tale ordinanza i sindaci sono stati obbligati ad attivare ogni azione utile per ridurre il quantitativo di rifiuti da portare in discarica, promuovendo il compostaggio, la raccolta differenziata presso le utenze commerciali, nei mercati all’ingrosso e nei centri ortofrutticoli, adottando misure straordinarie per la raccolta degli sfalci e dei residui di potatura, degli ingombranti, inerti e rifiuti pericolosi, per il riuso nel sistema industriale.
Era un mese fa. Ma non finiva qui, il 30 giugno il Presidente della Regione emanava un’altra ordinanza dove obbligava i comuni ad attuare il loro Piano di azione sui rifiuti (ARO) entro il 15 luglio prossimo a pena la sua inapplicabilità immediata. A queste ordinanze, il Sindaco di Bagheria ha risposto con l’inerzia, neppure provando a migliorare di un pelo la gestione fallimentare della raccolta differenziata. È evidente che l’inerzia si giustifica in un solo modo: fare scoppiare l’emergenza e poi attribuire tutte le responsabilità alla Regione. La città di Bagheria diventa così la vittima immolata sull’altare della lotta dei grillini contro Crocetta, in nome di un progetto superiore: la conquista della Regione. L’emergenza-rifiuti diventa l’ennesima possibilità di propaganda, e invece di adottare misure straordinarie per attuare la raccolta differenziata il Sindaco di Bagheria, all’apice dell’emergenza, promulga un’ordinanza dove obbliga i cittadini a tenersi a casa l’immondizia.
Come si vede in questo video tratto da youtube, la storia parte da lontano e c’erano questioni già nel gennaio 2015, mai risolte dalla giunta Cinque che pure aveva fatto campagna elettorale su questi temi.
Le foto della munnizza bagherese sono di Atanasio Matera, gentilmente concesse dall’autore.