di Maria Luce Schillaci
Lavoro è dignità. Non c’è niente di più vero. E allora ecco l’enorme esercito di persone, soprattutto giovani, in continuo assetto di guerra nella speranza di farsi valere e trovare un posto dignitoso di lavoro.
Oggi come ieri, seppure con molte più limitazioni, identica è la voglia di realizzarsi, identica la necessità di guadagnare per vivere, per molti almeno è così. La casa e i luoghi dove si nasce e si vive l’infanzia, ai giorni d’oggi, il più delle volte, non offrono più nulla sul fronte occupazionale.
Dunque occorre fare la valigia e andarsene, una scelta normale in molti Paesi, pensiamo all’America o all’Europa dell’Est, solo per citare alcuni esempi. In fondo oggi i giovani arrivano al bivio fatidico e devono scegliere: vassoio o valigia, ovvero, se si è fortunati si può trovare, a periodo stagionale, un’occupazione come cameriere o barista, anche se si hanno tre lauree prese.
E spesso occorre pure la raccomandazione. Altrimenti, se non ci si accontenta, allora si deve fare la valigia e andarsene. Un crudo spaccato di realtà. Ma sempre realtà.
C’è però chi riesce. Chi, dopo sacrifici, studio, e impegno, alla fine ce la fa. E questa è la storia, che può essere un esempio per molti giovani, di una giovane che a 30 si è messa in gioco e alla fine ha sfondato. È partita dall’Umbria, esattamente da Terni. Ora vive a New York. Si chiama Deborah Mariotti e oggi è una tra le più quotate progettiste di store e showroom per clienti del “luxury”.
Come fare? “Buttarsi – spiega – non bisogna mai temere le difficoltà, mai fermarsi al primo ostacolo. In fondo si può sempre tornare indietro”. Una filosofia di vita che alla fine ha portato Deborah a progettare negozi e spazi espositivi per clienti del calibro di Emilio Pucci, Moschino, Max Mara e tante altre grandi griffe. Deborah di recente ha aperto uno studio di architettura tutto suo nel celebre quartiere Dumbo di Brooklyn, a pochi passi dal famoso ponte.
Dopo il diploma a Terni si è trasferita a Milano e si è iscritta alla facoltà di Architettura del Politecnico. Poi è arrivato l’Erasmus a Madrid. Quindi, tornata a Milano, ha iniziato a lavorare in uno studio di architettura.
Nel 2005 Deborah ha seguito la realizzazione dei negozi del noto stilista di moda Emilio Pucci in tutto il mondo, viaggiando tra Giappone, Russia e Stati Uniti.
A New York ha poi conosciuto alcuni designer che avevano uno studio a Soho e che cercavano persone con esperienza nell’ambito dei retail di lusso per seguire il progetto dei negozi Tod’s in città: “Mi hanno fatto una proposta – racconta Deborah intervistata dal Sole 24 ore – sono tornata in Italia e in un mese ho fatto la mia scelta. Ho deciso di dimettermi e sono partita”.
Deborah spiega anche come in America le donne riescano ad avere molte più possibilità rispetto ad altri Paesi. “A Milano – afferma ancora al Sole 24 Ore – nei primi anni Duemila, i clienti erano soprattutto uomini. Ora le cose sono cambiate, ci sono molte più donne anche in questo settore”.
Dopo tre anni a Soho Deborah è riuscita a ottenere la proposta di collaborare alla realizzazione del negozio di Moschino a New York.
Da lì il passo al successo è stato breve. In poco tempo la giovane ternana ha così aperto il proprio studio: “Ho dovuto imparare a fare tutto – dice – dalle pubbliche relazioni alla contabilità. Negli anni ho diversificato l’attività, dalle ristrutturazioni di townhouse e appartamenti, alle spa di lusso, alla realizzazione di un nuovo concept di ufficio per una startup”.
Deborah è dunque un esempio di come si possa arrivare al successo. Basta crederci e impegnarsi. Non è certo facile, ma neppure un’utopia.