di Gabriele Bonafede
L’Italia di Conte affronterà gli imminenti Europei di calcio senza un vero “Numero 10”. Cioè senza quel fantasista che ha sempre contraddistinto le grandi squadre e soprattutto le grandi selezioni nazionali azzurre.
In quanto numero, il 10 sarà in campo. Sarà infatti nientemeno che Thiago Motta a indossare il numero dei Pelé, dei Maradona e dei Platini. O, per dirla all’italiana, il numero di maglia dei Gianni Rivera, Roberto Baggio, Francesco Totti… Pazzesco, perché, con tutto l’augurio per gli azzurri e segnatamente per Thiago Motta nel giocare un torneo bello e vincente, non sembra esattamente il tipo di giocatore che primeggi in campo internazionale quale fantasista. Fischiato nell’ultima amichevole contro la Finlandia, è giusto che sia difeso dall’ambiente della nazionale e i compagni. Ma le perplessità restano, perché Conte gli ha giocato un brutto tiro nell’assegnargli questo numero di maglia laddove le alternative c’erano.
Ancora più incredibile, infatti, è la scelta del CT italiano in considerazione di chi era disponibile. C’era qualche altro, senza dubbio. C’era, innanzitutto e senza togliere nulla agli altri, un giocatore rosanero, sia pure ancora per poco al Palermo. E che era più che disponibile: Franco Vazquez. Argentino di nascita, ma anche con la nazionalità italiana, Vazquez aveva già optato per la nazionale azzurra accettando la convocazione e giocando per i colori italiani in due occasioni, e nemmeno dal primo minuto ma come subentrato. Vazquez, 27 anni compiuti lo scorso febbraio, ha anche raggiunto l’età tipica della maturità calcistica senza essere troppo anziano.
Non era nemmeno una soluzione di ripiego. Anzi. Nella tribolata stagione rosanero, Vazquez è stato fondamentale per arrivare alla salvezza a suon di gol, assist, possesso di palla, dribbling e fantasia nonostante gli attentati alle sue gambe, continui e spesso non sanzionati, nel corso della stagione appena conclusa e in quella precedente. E nonostante l’aver giocato in una squadra che, con tutte le difficoltà tecniche del caso-Palermo ormai noto a tutti, non era delle più forti. Spesso ha giganteggiato sul campo rispetto ai propri compagni e all’avversario.
Perché Conte non ha convocato Vazquez? Mistero. E anche grandissimo mistero in considerazione della limitata potenza d’attacco della nazionale azzurra, in cerca di una identità e di un gioco offensivo, con gente che mette la palla dentro o fornisce assist per farlo. Vazquez, all’occorrenza, ha giocato come punta. Nel campionato del Palermo appena concluso è stato quasi sempre schierato come tale, a sostegno di Gilardino o chi per lui. Una predisposizione all’attacco che ci vorrebbe eccome nella squadra azzurra per gli Europei
Ma allora perché Vazquez non è stato convocato? Misteri del calcio di oggi. Ma anche di quello di ieri. Pelé, quando si seppe che l’Italia sarebbe entrata in campo nella finale dei Mondiali 1970 senza Rivera disse “Allora ho paura dell’Italia perché evidentemente ci sono dieci giocatori più forti di Rivera”. Quella finale fu vinta 4-1 dal Brasile.
Evidentemente Conte pensa che nell’Italia di oggi ci sono non dieci, ma persino ventidue giocatori più forti di Vazquez… Vuol dire che gli azzurri sono veramente fortissimi.
La foto di Vazquez nel testo è tratta dalla pagina FB Palermo Calciomercato 24 H su 24
La foto di Vazquez in copertina è tratta dal sito Vivozzurro http://vivoazzurro.it/soccer-player/franco-vazquez/