di Gabriele Bonafede
Dire che si siano salvati dal licenziamento 3000 lavoratori sembra un poco eccessivo. Semmai è stato evitato il peggio, e cioè il brutale licenziamento senza ammortizzatori sociali. Fondamentalmente, l’accordo appena siglato per Almaviva dopo mesi di trattativa, crea ammortizzatori diciamo così “ad-hoc” per un periodo giudicato dalle parti sociali abbastanza lungo a mettere ordine al settore, o per lo meno a regolamentarlo meglio.
Mettere ordine nel settore dei servizi tramite call center è però operazione lunga e complessa, da tutti i punti di vista.
I lavoratori, insomma, ricevono un “salvagente” dal governo a medio termine, anziché a breve termine. Ma che “salvagente” rimane e non certo una “nave”, tanto meno la si può chiamare “terraferma”. Inoltre, per ammissione dello stesso viceministro, questi accordi vanno monitorati nella loro attuazione: operazione anche questa complessa.
Di fatto, i dipendenti a rischio di Almaviva continuano a lavorare ma rimangono a rischio licenziamento e i loro emolumenti sarebbero pagati grazie ai soldi pubblici. Ma è ovvio che, pur rimanendo la situazione congiunturale come è adesso anziché peggiorare, difficilmente possono pensare a un futuro a lungo termine nell’azienda senza altri interventi di regolamentazione del settore, soprattutto riguardo alla qualità del servizio oltre che al costo e al tema delle delocalizzazioni selvagge (che appunto riducono la qualità del servizio).
La situazione di precarietà, aldilà dello sbandieramento di un successo che tale è ma forse di proporzioni minori di quello che si creda, lo si vede dai commenti di singoli lavoratori sui social: sanno bene che organizzare la propria vita sapendo di essere ormai “precari” a tutti gli effetti, è cosa molto più complicata e difficile.
E la sostanza di un successo per così dire “difensivo”, la si vede anche dai comunicati delle parti: i sindacati da un lato e il viceministro Bellanova dall’altro.
Ecco il comunicato di Rsu Slc Cgil Almaviva Palermo.
“Si è appena conclusa l’estenuante trattativa tra governo azienda e sindacati con un verbale di incontro che prevede i seguenti punti:
6 mesi di cds di tipo B (50%) e 12 mesi di cigs a rotazione pagati all’80%, senza dovere riaprire le procedure di licenziamento, quindi il passaggio tra i due ammortizzatori sarà continuativo. A questi 18 mesi si potranno aggiungere ulteriori 12 mesi di cds con i fondi del Fis.
L’azienda si impegna ad anticipare le quote spettanti dall’inps per tutta la durata dell’accordo (a prescindere dalla capacità territoriale di rimborso) e verranno sollecitate le regioni da parte del governo.
L’azienda si impegna altresì a mantenere attive entrambe le sedi palermitane sia Cordova che marcellini, procederà all’ottimizzazione degli spazi in termini di efficientamento, garantendo al contempo l’attuale perimetro occupazionale.
La cds verrà applicata sui siti di Paletmo, Napoli e Roma con le attuali % per i primi 6 mesi e diminuiranno progressivamente ogni 3 mesi fino a raggiungere la % del 20.
Le nuove commesse acquisite e gli aumenti di volumi sulle commesse gemelle verranno gestite dai siti in ammortizzatore sociale.
È stata tolta flessibilità cds orizzontale pt6/5, verrà mantenuto il bonus renzi e l’integrazione salariale se la cds fosse superiore al 25%.
Viene confermata la necessità di negoziare strumenti inerenti il miglioramento della qualità come previsto dall’accordo dell’ 8 aprile 2015.
Il governo si impegna a convocare mensilmente le parti per monitorare l’andamento e l’applicazione delle linee guida del verbale di incontro siglato oggi.
Il governo si impegna inoltre a proseguire il tavolo di settore impegnandosi ad affrontare concretamente tutti quei nodi che impediscono al settore di tra guardare la crisi epocale che sta attraversando.
Stiamo continuando la riunione per entrare nel merito dei contratti di solidarietà e predisporremo le assemblee dei lavoratori concordandole con le altre sigle.”
Ed ecco il comunicato del viceministro Teresa Bellanova.
“Avevamo detto che non avremmo lasciato soli quei 3000 lavoratori, per i quali l’azienda aveva avviato la procedura di licenziamento. Con l’accordo firmato oggi, quella procedura è revocata”. Così la Viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova a margine del tavolo Almaviva, chiuso questa mattina dopo circa 17 ore di confronto.
“Già negli incontri della scorsa settimana, avevo detto che il confronto per me era aperto a oltranza, finché non si fosse individuata una conclusione positiva per un percorso che è stato difficile e impegnativo. Così è stato, e questa mattina sono felice e sento tutta la responsabilità di confermare l’impegno, da parte del Governo, a monitorare e sostenere tutte le fasi previste dall’intesa”.
L’intesa prevede l’applicazione del contratto di solidarietà di tipo B a partire dal 1° giugno, senza soluzione di continuità con quello già in corso, fino al 31.12.2016, senza alcun ridimensionamento delle retribuzioni dei lavoratori interessati. Nel corso dei sei mesi, le parti dovranno definire un nuovo accordo nel quale saranno individuati in dettaglio gli strumenti di rilancio della competitività dell’azienda.”
“Tale accordo sarà verificato mensilmente da un tavolo istituito ad hoc presso il Mise. Al termine dei sei mesi, nel caso di eventuali ulteriori esuberi, le parti hanno concordato di fare ricorso alla cassa integrazione per altri 12 mesi a tutela dei posti di lavoro. La riduzione dell’orario di lavoro sarà pianificata ogni 15 giorni e potrà prevedere sospensioni finalizzate alla formazione e alla riqualificazione dei lavoratori. L’azienda si impegna a ridurre gradualmente il ricorso all’integrazione al reddito attraverso un incremento dei volumi di lavoro, che sarà oggetto di verifica da parte del tavolo istituito al Mise, sino al raggiungimento del 20%. Parallelamente il Tavolo di settore istituito in via permanente al Ministero dello Sviluppo economico, si occuperà di portare a compimento il percorso relativo agli interventi urgenti messi in campo per affrontare le criticità strutturali dell’intero comparto dei call center.
“Abbiamo chiesto a tutte le parti disponibilità e buona volontà, perché avevamo in carico il futuro di 2988 lavoratori e lavoratrici, e delle loro famiglie. E avevamo a cuore il destino di una realtà produttiva seria, che considera la correttezza e la piena applicazione dei contratti un valore. Ora ci attende una strada non meno complessa, quella della attuazione piena dell’accordo; ma stanotte abbiamo sicuramente impiantato le fondamenta di un lavoro fruttuoso che porterà esiti pienamente positivi”.