di Maria Luce Schillaci
Oltre 1252 rifiuti di ogni genere in 100 metri di spiaggia, circondata e sfregiata pesantemente anche da manufatti di cemento pericolanti. Questa è l’attuale situazione della spiaggia Olivella, a Santa Flavia, nel Palermitano secondo i numeri diramati da Legambiente che ha monitorato nel mese di maggio 47 spiagge italiane: un’area di 106.245 mq, pari a 800 campi di beach volley, dove sono stati trovati 33.540 rifiuti spiaggiati. In media 714 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia.
Anche quest’anno regina indiscussa rimane la plastica: il 76,3% degli oggetti trovati è infatti di plastica, seguita da mozziconi di sigarette (7,9%), rifiuti di carta (5,5%), metallo (3,6%), vetro/ceramica (3,4%), legno (1,3%), rifiuti tessili (1,2%) e gomma (0,8%). La spiaggia di Santa Flavia è seconda nella classifica delle peggiori spiagge-pattumiera, davanti soltanto alla spiaggia di Coccia di Morto a Fiumicino, in prossimità della foce del Tevere, dove si accumulano i rifiuti provenienti dal fiume.
Discariche a cielo aperto, vere e proprie bombe ecologiche in grado di mettere a serio repentaglio la salute e l’ambiente. “Il problema dei rifiuti spiaggiati e di quelli in mare – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – rappresenta la punta dell’iceberg di un problema molto più complesso che deve essere affrontato al più presto. Circa il 70% dei rifiuti che entra a contatto con l’ecosistema marino affonda e solo il 15% resta in superficie”.
E dire che la zona di Santa Flavia è realmente bella, il mare, almeno visto a distanza, appare blu e i paesaggi sono incantevoli.
O meglio, potrebbero essere incantevoli. Da anni molti cittadini protestano, chiedono dignità per i loro luoghi, voci spesso cadute nel vuoto. Ci sono stati esposti in Procura, petizioni, marce e proteste.
I volontari di Legambiente in questo fine settimana si sono armati di palette e sacchetti per togliere via dalla spiaggia più rifiuti possibili, un’impresa ciclopica: “Abbiamo già pulito questa spiaggia altre volte. Quello che abbiamo trovato – racconta Mimmo Schillaci, volontario di Legambiente – va al di là di ogni più negativa e pessimista immaginazione. Il volontariato non basta.
È il momento di passare alla denuncia ed è ora che paghi chi ha responsabilità anche politiche e amministrative. Abbiamo addirittura ritrovato i sacchi con i rifiuti raccolti durante una giornata di lavoro volontario nel 2012”. “Da soli è a dir poco impossibile riportare questa spiaggia a una condizione “civile” – aggiunge un altro volontario di Legambiente – le sole nostre forze non possono farcela, qua serve un bulldozer che abbatta i nostri ecologici e gli scheletrì di cemento, ciò che resta delle cabine”.
In ogni caso i volontari di Legambiente hanno trascorso gran parte della giornata di domenica 29 maggio a pulire l’Olivella.
All’iniziativa hanno aderito anche altre associazioni tra cui quella dei pescatori e qualcuno di loro ha voluto portare la sua barca per operare anche “via mare”. “Speravamo intervenisse più gente, ad ogni modo, pochi ma efficaci – rincara Legambiente – una sorta di “provoca
zione “, per svegliare le coscienze”.
“Servirebbero soldi, tanti soldi per ripulire queste zone – aggiungono i volontari – ma il Comune di Santa Flavia fa capire che il suo budget non è all’altezza: “Noi però – spiega l’assessore alle Attività produttive Giusi Gerratana – faremo il possibile per tentare una concreta bonifica della nostra spiaggia, sono da poco assessore – precisa- e non ho la bacchetta magica, ma garantisco il mio impegno.”
“E comunque io, come sempre – taglia corto l’assessore – cercherò di lavorare invece di fare chiacchere”. Nei giorni scorsi l’assessore Gerratana ha incontrato i responsabili di Legambiente capeggiati, per la zona di Bagheria, da Luigi Tanghetti. Legambiente ha chiesto un serio e puntuale intervento dell’amministrazione per l’intera area mettendo sul tavolo anche altre realtà assolutamente da salvare tra cui il faro”.
Il dialogo sembra dunque aperto nonostante le polemiche su presunti finanziamenti che in passato sarebbero dovuti entrare nelle casse comunali proprio per la salvaguardia dell’ambiente, fondi che, a detta del Comune in risposta a Legambiente, non sarebbero mai giunti.
Ma questo ormai fa parte del passato. Ora è tempo di rimboccarsi le maniche. Con l’operazione “Spiagge pulite” un altro passo viene compiuto. Ma non può che essere solo l’inizio.
Le foto in copertina e nel testo sono di Silvia Ajello
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