di Maria Luce Schillaci
Spiegare con parole semplici e comprensibili l’Universo, i principi e le regole che muovono asteroidi e pianeti, norme fisiche e matematiche, non è certo facile, soprattutto a una platea di “non addetti ai lavori”. Eppure, e di esempi non ne mancano, molti grandi, studiosi e illustri scienziati, sanno come “fare arrivare” il messaggio, hanno la sorprendente capacità di far comprendere concetti difficili e spesso molto tecnici.
È anche il caso di Stefano Borgani, direttore dell’Inaf (l’osservatorio astronomico di Trieste) e professore ordinario presso il dipartimento di fisica dell’università della città friulana. Borgani non è di certo il cosiddetto “ultimo arrivato “: di fatto è il successore della famosissima astrofisica Margherita Hack proprio alla direzione dell’Inaf.
Cinquantadue anni, ternano doc, vanta un curriculum di tutto rispetto: dopo essersi diplomato al liceo scientifico Galileo Galilei di Terni è partito per la sua carriera professionale in campo scientifico, ed è diventato uno degli scienziati più importanti del nostro Paese. Dal 2011 dirige l’Osservatorio Astronomico di Trieste e contemporaneamente è professore ordinario al Dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste.
Nei giorni scorsi è tornato nella sua Terni per una conferenza organizzata da Mathesis Società di scienze matematiche e fisiche presieduta da Francesco Boria, con il supporto della Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari) della presidente Ada Urbani. Sala gremita, tanti, in modo particolare, i giovani, studenti universitari e appassionati della materia. Ma anche molti studenti di diversi istituti superiori ternani: ‘Galilei’, ‘Donatelli’ (licei scientifici), l’Allievi’ (Itis), il ‘Tacito’ (classico) e il ‘Gandhi’ di Narni: “Sono felice di vedere che a Terni ci siano attività culturali, ai miei tempi non era così”, ha detto Borgani che ha poi proceduto incentrando l’attenzione sui alcuni temi principali: l’universo e la sua nascita e conseguente espansione, i fondamenti della cosmologia moderna, la necessità della materia oscura e dell’energia oscura, cosa rimane da capire e il futuro: “Dell’Universo – ha detto – conosciamo solo il 5%, del restante 95% – energia e materia oscura non sappiamo letteralmente di cosa siano fatti. Lo scopo nostro è quello di inventarci dei telescopi o degli esperimenti per capire questo.”
Materia oscura, dunque, ancora tutta da scoprire, questione affascinante che ha ispirato decine e decine di film di fantascienza, StarWars, Interstellar e tanti altri film: “Sono un grande appassionato di fantascienza, anche se non di tutta la fantascienza… Capitan Harlock, la sua nave, l’Arcadia, è alimentata dalla dark matter, la materia oscura, appunto, da cui poi lui trae la sua immortalità… Legame tra scienza e fantasia? Beh un legame importante che poi, se vogliamo, sfocia nella passione”.
Già, sognare è importante. E poi, in fondo, siamo tutti un po’ figli delle stelle.