di Gabriele Bonafede
S’intitola Cave Canes storie di cani, gatti ed altri animali, ed è una mostra collettiva di grafica, pittura e scultura che raggruppa ventuno artisti sullo storico (e preistorico) tema della rappresentazione di animali.
L’ opening è oggi, giovedì 28 aprile ore 19.00, con le opere esposte fino al 14 maggio presso una galleria particolare di Palermo, Bobez: una vera e propria “cave d’art” dove meno te lo aspetti. E cioè in un seminterrato di Via Isidoro La Lumia 22, in pieno centro a Palermo, di fronte al rinomato locale Berlin Café.
Scendi giù alcuni scalini e ti ritrovi in una specie di “loft sotterraneo” con luci, spazi ed esposizioni sorprendentemente azzeccate. Come se fossi appunto in una delle caves à vins più raffinate, solo che anziché l’arte del vino trovi l’arte figurativa, comunque accompagnata dal vino se capiti in un vernissage.
Creatività, grande qualità, attenzione ai particolari, sono la cifra della galleria Bobez, diretta da Monica Schiera. È lei che accoglie sempre con il sorriso e il gusto di chi ama l’arte.
E basta leggere la deliziosa presentazione di questa nuova mostra per esserne convinti. Infatti, la leggi già con un piacere “visuale” e tutta d’un fiato:
“Fra i dipinti della grotta di Lascaux e certe opere di Damien Hirst e Maurizio Cattelan – scrivono gli organizzatori – intercorrono circa 17.000 anni, e tuttavia un comune filo conduttore le lega indissolubilmente: il ruolo centrale occupato dagli animali nell’immaginario degli artisti.”
“Certo, fra l’uomo del Paleolitico e quello di oggi sussistono enormi differenze in quanto ad abitudini e stili di vita, e ciò non di meno il potere di fascinazione esercitato dagli animali, la capacità evocativa, la forza simbolica e la rilevanza semiotica, insite nelle loro rappresentazioni, paiono essere del tutto uguali per entrambi, come se un abisso di tempo non stesse fattivamente a separarli. Pressoché inalterate sono infatti le potenzialità espressive e narrative rilevabili – ancor oggi – nelle opere d’arte che raffigurano animali; ed altrettanto intonsa appare la loro attitudine a rappresentare fedelmente le proiezioni dell’Ego artistico, nonché ad incarnare – mutatis mutandis in rapporto ai differenti periodi storici – lo “hic et nunc”, e dunque le specifiche declinazioni dello “spirito del tempo”. Ne consegue una analoga pregnanza visuale dei bestiari contemporanei rispetto a quelli di altri tempi (e ciò a prescindere dal grado di iconicità e quindi dal livello di naturalismo delle immagini attuali) e una pari vigoria della penetranza emozionale ed affettiva delle imagerie zoomorfe più recenti (pur non essendo tali raffigurazioni circonfuse di un medesimo alone di sacro o di mistero, come in antiquo), a conferma di un incorrotto (seppur aggiornato) potere di innesco di meccanismi simpatetici di identificazione negli osservatori più partecipi.”
“Stesse considerazioni si potrebbero fare in ambito letterario (infinito il numero di esempi cui far riferimento) e nel più recente contesto della cinematografia (basti pensare all’universo disneyano), a dimostrazione di come – ancor oggi – l’attribuzione di senso all’essere ed esistere operata dagli umani non possa in molti casi prescindere dall’inesauribile armamentario allegorico offerto dal mondo animale.”
“Da queste premesse muove dunque Cave canes, storie di cani gatti ed altri animali; una mostra collettiva di grafica pittura e scultura che ribadisce l’immutato interesse degli artisti contemporanei per le suggestioni animalistiche, testimoniando della forza catalitica con cui gli animali continuano ad agire in termini di innesco dei processi di fabulazione visuale.”
“Ventuno, per l’esattezza, i partecipanti a questa esposizione – Rosario Amato, Guido Baragli, Gai Candido, Ilaria Caputo, Gaetano Costa, Nicolò D’Alessandro, Giuseppe Fell, Beatrice Feo Filangeri, Roberto Fontana, Anna Kennel, Mario Lo Coco, Giuseppe Madaudo, Paolo Madonia, Daniele Messineo, Vincenzo Piazza, Nicola Pucci, Guido Quadrio, Ignazio Schifano, Tino Signorini, Bice Triolo, Salvo Catania Zingali –, tutti abitualmente dediti a raffigurazioni di animali e quindi in grado di offrire, con le loro peculiarità tecnico-linguistiche, un variegato ed esauriente panorama di declinazioni sul tema in esame. Diversi gli strumenti lessicali – dal naturalismo più manifesto a forme palesemente allusive e simboliche, fino agli sconfinamenti nell’ineffabilità informale – e non meno difformi i registri narrativi – dall’ironia al pathos, dall’intimismo al mistero, dallo humour nero ai toni favolistici –, affiancati a comporre un articolato caleidoscopio di irretenti racconti per immagini.”
Cosa aggiungere? La mostra è ideata e curata da Salvo Ferlito in collaborazione con Laura Boscia, Francesca Del Grosso e Monica Schiera. E una piccola nota: uno degli artisti, Guido Quadrio scomparso dieci anni fa, è ancora in mostra fino a domani anche al “Biotos”, sempre a Palermo a pochi passi dal Bobez e cioè in Via XII gennaio n. 2.
Le due mostre valgono più che bene il proprio tempo, così da vedere anche la mostra di alcune opere di Quadrio dopo (o prima) di gustare Cave Canes da Bobez.
Gli orari d’apertura del Bobez, con Cave Canes in mostra fino al 14 Maggio sono martedì- sabato 10.00- 12.30 /17 alle 19.30.