A settembre dello scorso anno, dopo gli scandali Helg e Saguto, pubblicavo queste mie riflessioni (http://manrico.social/attualita/item/83-una-nuova-stagione-della-lotta-alla-mafia.html) sul gravissimo colpo inferto alla credibilità della lotta alla mafia, sullo spettacolo indecoroso dato dalle Istituzioni (Magistratura e Prefetto) e sul disvelamento della inconsistenza e inaffidabilità della colorita galassia dell’associazionismo antimafia.
C’era anche la ripensare la funzione stessa della Commissione Antimafia, che (nel più benevolo dei casi) non si è accorta di quello che accadeva proprio nel cuore dell’applicazione degli strumenti di lotta nel territorio padre di Cosa Nostra.
Dicevo – e oggi ripeto – che con quel terribile scandalo era come se Pio La Torre fosse stato ucciso la seconda volta.
Ora leggo che sono proprio un ex Presidente della Commissione Antimafia e l’attuale Vice Presidente Nazionale che, alla vigilia delle celebrazioni dell’assassinio di La Torre, propongono di scrivere il “Manifesto per la Nuova Antimafia” e, nella tipica tradizione manifestaiola cominciano a reclutare nomi da coinvolgere nell’iniziativa, con una fumosa ed equivoca tecnica della equidistanza tra professionisti dell’Antimafia che non si erano mai accorti di nulla e nomi di persone che, da quel tipo di passerella mediatica, hanno da tempo prese le distanze.
Non ci sono due modi diversi per sconfiggere la Mafia. Ce ne è uno solo. E prevede competenza e coraggio.
La proposta dell’attuale Presidente della Fondazione Federico mi sembra soltanto un tentativo di mettere una pezza già lisa sullo strappo, sullo sfregio alla credibilità del vecchio mondo delle passerelle dell’Antimafia di facciata.
Ha ragione, ancora una volta, Giovanni Fiandaca che risponde affermando “ …Aboliamo il termine Antimafia, perché l’Antimafia come impegno specifico: il contrasto al malaffare, l’azione di prevenzione, dovrebbero essere il riflesso di una normale etica pubblica . Bisogna innanzitutto colmare il vuoto di analisi e riflessione attorno al fenomeno mafioso. Gli stessi magistrati ripropongono alle volte luoghi comuni”.
Io, personalmente, mi permetto di dire che, alla luce di quello che avviene, si può anche chiudere la Commissione Nazionale Antimafia e affidare ad una specifica sezione dell’ANAC di Cantone i compiti di analisi, prevenzione e lotta a quello che è oggi lo specifico di una mafia che, adeguandosi ai tempi, è divenuta uno dei motori e degli attori del gravissimo fenomeno della corruzione pubblica e privata.
Non è più tempo di Manifesti futuristi per occupare faclmente una futile visibilità mediatica.
Foto di Pio La Torre nel testo tratta da Wikipedia: Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2693590
Foto di Pio La Torre in copertina tratta da questo video pubblicato su youtube e realizzato dalla classe I A del Liceo Scientifico Santi Savarino di Partinico (PA) anno scolastico 2009-2010: