di Maria Luce Schillaci
L’Italia è una penisola, vive “di mare”, potrebbe vivere ancora meglio “di mare”. Ci sarebbero tante cose da dire, da valorizzare. Molto dispersivo il tema per chi si trova da solo ad affrontare i problemi di ogni singolo Comune, di ogni singola città.
Parliamo dei fari, per esempio, parlando di mare. Sì perché sembra strano, e il riferimento va a chi vive nell’entroterra dell’Italia, ma c’è un’Italia che ama i fari, proprio come un’altra Italia che ama le sue torri medievali sui colli. Tanto per fare esempi di territori diversi ma sulla stessa “linea”. Il faro di Capo San Vito si trova vicino Taranto, da cui prende il nome anche una via della borgata via Del Faro, dove al civico 58, presso un albergo, ha la sua sede legale la Pro loco di Capo San Vito.
Il faro fu costruito nel 1848 e attivato nel 1869. E’ costituito da una torre bianca cilindrica emergente da un fabbricato intonacato a due piani coperto a terrazza e si erge bianco e glorioso sulle acque azzurre del golfo di Taranto. Il faro, monumento storico e simbolo di luce, è il riferimento ai naviganti da Capo San Vito Taranto. Anche per la Pro loco di San Vito il faro costituisce la guida simbolica di tutte le attività e gli eventi organizzati sul territorio, nonché scelto come simbolo del logo. Ma … Già il “ma” non manca mai.
La presidente della Pro loco in questione, Carmen Ture, è vulcanica, ha tanta voglia di fare. È proprietaria di un complesso sportivo e ricettivo a Capo San Vito di Taranto che ospita anche la sede della Pro loco. Parlando con lei, si capisce subito che ama il faro: “Il faro è ‘messo bene’, nel senso che di recente è stato restaurato e sistemato, ma ha molti problemi, a cominciare dalle scale a chiocciola. Molti vorrebbero visitarlo ma chi, per esempio, è sulla carrozzella non può proprio farlo”. Barriere architettoniche dunque, a quanto pare.
“L’altro giorno – spiega Carmen – il padre di una ragazza disabile ci ha chiesto, a noi della Pro loco, di fare in modo affinché la figlia potesse visitare il faro”. Un grande desiderio per questa ragazza. “Mi ha detto che l’avrebbe presa in braccio lui – prosegue Carmen – sulle scale a chiocciola, pur di farglielo vedere. Che dire? Questa è la realtà”. Come detto, la Pro loco non ha una sede propria, per cui Carmen ospita l’associazione nel suo albergo a due passi dal faro, ha organizzato spontaneamente una stanza all’interno della struttura appositamente per la Pro loco e la promozione del faro e del suo territorio.
“Nel maggio 2015 – spiega – abbiamo costituito con atto notarile l’associazione turistica Pro loco Capo San Vito Taranto con 56 soci fondatori. Oggi abbiamo circa 90 soci. Nel consiglio direttivo ci sono anche pensionati della Marina militare. La nostra seria difficoltà è avere una sede dal Comune per l’associazione.”
“Utilizziamo da un anno una sala del mio hotel per riunirci. La visita al faro di proprietà della Marina militare – prosegue – è stata un’impresa difficile per l’ottenimento dell’autorizzazione. Abbiamo effettuato una prima visita esplorativa. Cortesi e competenti, i responsabili della conduzione del faro, ufficiali della Marina militare. Ora però ci chiedono per le visite una richiesta scritta con elenco delle persone e con relativa data di nascita. Possiamo portare nel faro massimo 6 persone. La richiesta va fatta per iscritto almeno un mese prima. Poi si deve attendere almeno un altro mese per ottenere l’autorizzazione.”
“Dunque – conclude – impossibile fare turismo a San Vito. Noi comunque andiamo avanti e cercheremo di valorizzare al meglio il nostro faro, per il bene nostro, di Taranto e dell’intera comunità. Ci piacerebbe portare turisti in visita qua, creare un giro virtuoso che possa estendersi alla città. Il mio appello è di aiutarci, aiutateci a far conoscere questo paradiso, del resto è un bene di tutti, di noi Italiani”.
Per la Marina militare ecco l’intervento dell’Ammiraglio Onofrio Lattarulo: “Intanto c’è da dire che questo faro è soprattutto uno strumento tecnico operativo e, dunque, non un edificio di pregio oggetto di turismo, non ha quindi finalità turistiche, c’è comunque la volontà di creare le condizioni per consentire visite periodiche seppure in numero limitato e sotto determinate regole. Per questo motivo, unitamente all’associazione Pro loco Capo San Vito, sto progettando un tavolo di confronto con la Marina militare. La disponibilità sembra dunque esserci”.
Dal Comune di Taranto la replica è affidata a Mino Ianne, assessore alla Cultura: “Abbiamo ottimi rapporti con la Marina militare da sempre disponibile anche per valorizzare il nostro territorio, certo, per il faro non mancano problemi connessi alla gestione e alla fruibilità, ma ci ripromettiamo di prendere al più presto accordi e confronti con la Marina militare appositamente per il faro, a cominciare dalla messa a norma per garantirne l’accessibilità. Quanto alla sede della Pro loco- precisa- l’ufficio centrale e principale si trova a Taranto. In ogni caso non escludiamo il proposito di poterci occupare anche delle sedi decentrate nelle aree circostanti”.
Nel Palermitano c’è un altro faro che chiede aiuto: è il faro di Capo Zafferano, un altro paradiso terrestre di cui si è occupato di recente anche Maredolce.com: questo faro siciliano oggi soffoca nel degrado ed è di una bellezza indescrivibile, in una zona che può definirsi realmente “paradiso terrestre”. Molti cittadini si sono mobilitati per salvare il faro di Capo Zafferano.
La domanda è: perché in Italia accadono cose di questo tipo quando si potrebbe vivere di arte e con l’arte? Non dimentichiamo che il 60% delle più belle e pregiate opere d’arte mondiali si trovano proprio da noi, in Italia. Invece le nostre bellezze, monumenti, luoghi, palazzi, spesso sprofondano nell’incuria e nella trascuratezza. Un vero peccato, un peccato tutto italiano.
Foto in copertina e del faro dall’esterno di Aurora Gabriele
Foto interne di Carmen Ture pres pro loco capo San Vito
In questo video di Ilaria Ricci è possibile apprezzare il Faro di San Vito, Taranto dall’esterno:
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