di Gabriele Bonafede
Debutta mercoledì 13 aprile alle ore 21.00 nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo, lo spettacolo C’era un piano nato da un’idea di Olivia Sellerio, editrice, cantante e scrittrice, che ne ha scritto i testi insieme a Nino Vetri.
In scena, al fianco di Olivia, già interprete di numerose canzoni tra le quali le stupende ballate che hanno fatto da sigla alla serie TV “Il giovane Montalbano”, ci saranno Gigi Borruso, Simona Malato e i musicisti Roberto Gervasi (alla fisarmonica), Lino Costa (alla chitarra), Paolo Pellegrino (al violoncello), Alessandro Venza (chitarra e percussioni).
La regia dello spettacolo è dello stesso Gigi Borruso, che si avvale dell’unico non siciliano della compagnia, Ferruccio Bigi, per le scene, i costumi, le luci, più un video scenografico nel quale si vedranno fotografie di Enzo Sellerio.
È uno spettacolo in prima assoluta, prodotto dal Teatro Biondo. L’argomento è fortemente impregnato contro la guerra, traendo ispirazione e linfa narrativa dalle amare vicende dei bombardamenti alleati su Palermo nel 1943. Articolato tra narrazione, musica e immagini/video, racconta un capitolo doloroso di storia palermitana attraverso le vicende di un singolare pianoforte: il pianoforte di famiglia appartenuto alla sorella della carismatica nonna di Olivia e Antonio Sellerio, nonché madre di Elvira.
Un pianoforte protagonista, dunque. E quindi un “piano”, ma che è anche un “piano” nel senso di “progetto”. Bellico, all’occorrenza. Ovvero “il piano nella sua doppia accezione”, lo presenta così il Biondo: “un piano militare, quello delle forze di liberazione angloamericane, che prevedeva di colpire Palermo per sfinire la popolazione, già provata dalla lunga dittatura, scoraggiandola in vista dell’imminente sbarco. E c’è un altro piano, un vecchio pianoforte Blüthner, appartenuto a un’insegnante di musica, Maria Vullo, zia di Elvira Giorgianni Sellerio, prozia di Olivia, che da lei lo ha ereditato e ora lo porta in scena come sopravvissuto a un attacco che ha segnato profondamente la storia di questa città.”
Se ne intuisce che da un lato potrebbe esserci un piano quale simbolo vitale e generazionale, ovvero simbolo in qualche modo di pace, in contrasto, o forse in chiaroscuro, con un piano, ahimè, di morte.
La vera storia del pianoforte inizia negli anni ’30 del secolo scorso e “abitava” in via Archimede fino alla primavera 1943 quando i bombardamenti angloamericani, giunti ormai in Tunisia, si intensificarono e distrussero gran parte della città di Palermo che quasi nulla poteva opporre a difesa, vista la pochezza dell’antiaerea italo-tedesca. La zona di Via Archimede era in quella fascia urbana entro i 200 metri dal porto che fu bombardata a tappeto e quasi completamente distrutta. Quella era l’area di maggior interesse militare perché c’erano il porto e la gran parte delle industrie e vie di comunicazione di strategica importanza per Palermo e la Sicilia.
Dunque fantasmi della storia intorno a un vero piano. “La famiglia che lo possedeva, sfollata a Casteldaccia – prosegue la presentazione del Biondo – l’indomani dei bombardamenti del 22 marzo 1943, dopo il raid aereo, tornò come ogni volta a verificare le condizioni della propria abitazione. Arrivati davanti al civico, i Vullo tirarono un sospiro di sollievo: la palazzina appariva integra. Varcato il portone, però, si vide che di intatto c’era solo la facciata. L’interno era sventrato, fatta eccezione per un lembo di casa: una stanza da letto e un pezzetto del salotto, una sorta di ballatoio rimasto miracolosamente in piedi. Il pianoforte era lì, perfettamente incolume. Fu portato a Casteldaccia sul carretto del pastificio dei Tomasello, amici di famiglia, insieme ai pochi mobili scampati al crollo, e sistemato nella stalla riadattata a soggiorno in un’ala minore della casa vinicola del Duca di Salaparuta; lì i Vullo e i Giorgianni erano sfollati e Maria Vullo impartiva lezioni a notabili, artigiani e contadini del paese.”
“Nei primi anni ’60 – continua la produzione-Biondo – il pianoforte tornò a Palermo, nella nuova casa di via Pirandello, dove nei successivi venticinque venne suonato da generazioni di palermitani e dai tanti nipoti e pronipoti. E proprio li, in casa delle zie, all’indirizzo che per qualche tempo fu quello ufficiale della sua casa editrice, Elvira Sellerio riceveva la posta degli inizi, la smistava sulla scrivania di fronte al pianoforte mentre Olivia lo studiava al pomeriggio.”
Pianoforte quale “personaggio”, quindi. E che ha, come in tante altre evocazioni cinematografiche e teatrali, un ruolo fondamentale. “Ci piace pensare che quel pianoforte sia sopravvissuto per raccontarci oggi, insieme a fotografie d’epoca, alcune foto di Enzo Sellerio e a una rosa di canzoni memorabili interpretate da Olivia Sellerio, queste pagine della nostra storia, di una famiglia e una città in tempo di guerra”, conclude la produzione-Biondo.
Nino Vetri, autore di deliziosi romanzi e racconti, ha creato un personaggio importante nella pièce: un ragazzino che si interessa, come era lui da bambino, alle storie di guerra raccontate da chi l’ha vissuta. E che riesce a raccogliere cifre e documentazioni che danno il background storico necessario alla piena comprensione della vicenda personale e collettiva.
Olivia Sellerio canterà dieci canzoni dell’epoca come “Rosamunda” e “Round, round Hitler’s grave”. “Mio fratello ha suggerito di scrivere i testi a quattro mani – dice – ma non è sempre possibile perché la scrittura è un esercizio fondamentalmente solitario. Mi sono accorta che andavano in qualche modo separati i ruoli autoriali, così la mia parte è quella più ‘intima’ e riguarda soprattutto la famiglia e il pianoforte.”
Pianoforte in scena che sarà, come detto, esattamente quello di proprietà della prozia di Olivia. E che è verticale e non a coda, ma che sarà un più un soggetto che un oggetto. E ha probabilmente molto da dire, essendo appunto un piano al centro di un altro piano…
C’era un piano
Da un’idea di Olivia Sellerio, testi di Olivia Sellerio e Nino Vetri, regia Gigi Borruso, scene, costumi, luci e video Ferruccio Bigi, canta Olivia Sellerio, con Gigi Borruso, Simona Malato, e con i musicisti Roberto Gervasi, Lino Costa, Paolo Pellegrino, Alessandro Venza.
assistente alla regia Valentina Tilotta assistente alla scenografia Tommaso Bigi direttore dell’allestimento scenico Antonino Ficarra foto di scena Franco Lannino / Studio Camera
Produzione Teatro Biondo Palermo
Sala Strehler dal 13 al 17 aprile 2016.