di Pasquale Hamel
La Sicilia, proprio per la sua posizione strategica, centro del Mediterraneo, è stata crocevia di culture, sedimentazione di vicende più o meno significative, in sintesi, luogo della storia. Questa sua condizione centrica ed eccentrica ad un tempo ha favorito la manifestazione di aspetti singolari che nessun altro “posto” può vantare.
Giovanni Gentile, nel suo splendido “Tramonto della cultura siciliana” evidenziava, infatti, il contributo che soprattutto Giuseppe Pitré ha dato nella raccolta di queste storie e aneddoti molti dei quali evidenziano quella che Stefano Malatesta – nel suo il “Cane che andava per mare” – chiamava eccentricità dei siciliani, e lo stesso filosofo neoidealista ne sottolineava il valore che la raccolta di queste storie ha per definire il carattere di un popolo e la sua stessa identità.
Ho voluto fare questa lunga premessa per evidenziare il significato di questo bel libro di Clara Serretta che, rilancia reperti di quel giacimento culturale inesauribile – fattoci conoscere, fra l’altro, da autori come Santi Correnti o Nino Muccioli – ai quali l’autrice ne aggiunge di sconosciuti o di nuovi, questi ultimi della cronaca recente.
Il risultato, un libro gradevole utile ad orientare chi vuole conoscere la nostra terra e non vuole fermarsi alle immagini stereotipate.
Il volume corredato da una breve ma incisiva pagina d’apertura del compianto Vittorio Nisticò, è razionalmente organizzato, ogni racconto è infatti legato ad una specifica sezione che lo rende ancor più interessante: il lettore può essere infatti interessato alla gastronomia piuttosto all’arte e non avrà, dunque, bisogno di spigolare fra le pagine per trovare quanto ricerca.
Clara Serretta, Forse non tutti sanno che in Sicilia…, ed. Newton Compton