di Viviana Di Lorenzo
Attore, regista, autore, pittore e drammaturgo, oggi Dario Fo spegne novanta candeline. Artista particolare che ha saputo fare della sua personalità dalle tante sfaccettature il proprio punto di forza.
La comicità della Commedia dell’arte italiana lo ha accompagnato in molti suoi spettacoli in cui la satira politica e sociale ha fatto da protagonista. Abituato fin da piccolo ad ascoltare le storie del nonno, ha avuto modo di maturare ed accrescere la sua creatività, grazie al contesto familiare stimolante dal punto di vista intellettuale, in cui è cresciuto e che lo ha portato a scrivere numerose opere teatrali in cui spicca l’originalità.
Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera comincia a lavorare per la RAI, come attore e autore di testi satirici e nel 1954 sposa l’attrice Franca Rame, con la quale condivide spesso il palcoscenico e le critiche alla politica e alle istituzioni ecclesiastiche, per le quali si mostra sempre contrario.
Dopo alcune partecipazioni televisive della coppia Fo-Rame nella trasmissione Canzonissima, i due decisero di ritirarsi dalla tv a causa delle continue censure applicate ai loro testi e dedicarsi unicamente al teatro. Per Dario Fo però, il teatro deve riscoprire la sua funzione originale, che consiste nella riscoperta del carattere sociale attraverso il quale poter raggiungere più pubblico possibile, anche quello che normalmente non può permettersi di assistere agli spettacoli. Per questo decide di esibirsi spesso fuori dal teatro, in piazza, per concedersi ad un diverso tipo di pubblico. Quindi, nel 1968, fonda il gruppo teatrale Nuova Scena e un anno dopo sale sul palco con “Mistero buffo”, spettacolo che lo vede unico interprete ed in cui emerge il suo estro nel riadattamento di alcuni testi antichi utilizzando il grammelot, uno strumento che consiste nella riproduzione di suoni che non hanno alcun significato, ma che servono a mettere in evidenza, con una parodia, le caratteristiche dei modi di parlare di alcuni personaggi.
Forte il suo impegno in politica, schierato con la sinistra è uno degli esponenti del Soccorso Rosso Militante durante il quale ha mostrato il suo interesse per le condizioni delle carceri italiane e ha spesso confortato alcuni condannati. Per queste ragioni è stato spesso criticato e minacciato insieme alla moglie.
Uno dei suoi punti di forza è l’utilizzo della “pazzia”, dell’essere “matto”, per tirar fuori, attraverso i personaggi, tutte quelle verità considerate scomode e le contraddizioni della nostra società.
Nel 1997, suscitando numerose critiche, vince il Premio Nobel per la letteratura, assegnatogli con questa motivazione: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. È senza dubbio un artista originale, dedito a tante e varie forme d’arte e, nonostante in tutti questi anni abbia fatto discutere, ha raccolto e continua a raccogliere consensi nel suo pubblico che continua ad apprezzarlo.