di Gabriele Bonafede
Sessanta ragazzi dai 18 ai 30 anni, arrivati da tutta Europa, da due settimane lavorano a Palermo sull’Antigone di Sofocle. L’idea è quella di raccontare il conflitto del mondo attuale attraverso uno dei miti più famosi. Antigone di Sofocle sarà quindi rappresentata lunedì 21 marzo ore 18 Convento dei Carmelitani a Palermo.
Si tratta di un progetto europeo del Teatro alla Guilla di Palermo ideato e diretto dall’attore e regista Valerio Strati in collaborazione con la danzatrice Silvia Giuffrè.
Le figure contrapposte di Antigone e di Creonte diventano, in questa interessante versione di Valerio Strati, lo scontro fra la legge degli Stati che ergono barriere e parlano di “clandestini” e “immigrazione illegale” e la legge del cuore che nonostante tutto continua ad accogliere lo straniero e a credere nell’ospitalità.
Ecco perché la performance “Antigone” conserva la diversità linguistica di tutti i ragazzi che partecipano al progetto.
Antigone e Creonte parlano sulla scena undici lingue diverse, ma alla fine qualcosa che accomuna tutto c’è. Antigone vuole essere, infatti, un percorso di riflessione sul superamento dei confini che l’uomo troppo spesso s’impone. I sessanta ragazzi del progetto hanno vissuto insieme a Palermo in questi giorni scoprendo la città e lavorando alla performance portando ognuno il proprio bagaglio artistico.
“Abbiamo comunicato in inglese. Del resto occorreva una lingua unica che veicolasse. Poi usando danza e teatro abbiamo da una parte abbattuto le barriere idiomatiche, dall’altra sfruttato le unidici diverse lingue” dice Valerio Strati, attore e regista conosciuto a Palermo per il suo Teatro alla Guilla e le collaborazioni con il Teatro Garibaldi fino a qualche tempo fa e che ha già realizzato progetti simili anche in Africa.
“Lavorare con 60 ragazzi è un’esperienza unica. Mette in gioco anche me come regista. Trovare il modo per far passare la mia idea attraverso il loro sentire e riuscirci è il risultato che mi auspico e che credo, alle soglie della fine, di aver raggiunto – continua. Ho pensato di trasmettere il conflitto Antigone Creonte tradotto in legge del cuore, dell’ospitalità contro la legge dello stato in un’accezione attuale. La legge dei confini europei, del clandestino non europeo è illegale se la consideriamo con quella naturale dell’accoglienza e dell’ospitalità.”
E ancora, precisa il regista: “La legge del cuore di Antigone di seguire i riti e seppellire il fratello contro l’editto di Creonte e andare a morte è come chi crede nell’amore e nell’accoglienza anche contro lo stato che la nega. I ragazzi hanno sete di scoprirsi e mettersi in gioco attraverso il teatro e la danza. E Antigone è un pretesto per fare entrambe le cose.”
Così, l’Europa con gli scambi giovanili consente ad 11 nazionalità di stare in insieme, scoprire Palermo, e arricchirsi attraverso percorsi non formali. Ovvero, quando Palermo diventa realmente europea e multiculturale: città del Mondo.