di Gabriele Bonafede
Eccoli: Pastore e Cavani. E anche Dybala. Tre rosanero, scoperti e valorizzati dal Palermo di Zamparini infiammano un weekend calcistico con gol e giocate stupende.
Immenso Pastore nello storico 9-0 esterno del PSG a Troyes (video in fondo all’articolo) che sigla la vittoria del campionato francese 2015-2016 per la squadra parigina. L’argentino ex-Palermo raccoglie un tacco di Ibrahimovic, dribbla un paio di avversari in velocità e poi segna con un tocco-sotto dell’ultimo istante sul portiere. Realizza così il momentaneo 2-0 che si allargherà molto nel corso della partita, massimo punteggio fuori casa di tutta la storia del PSG.
Quindi la festa tutta ex-rosanero, con Cavani e Pastore in grande abbraccio. E pensare che questi due grandi campioni giocavano a Palermo solo pochi anni fa. Ciò che fa ridere, per non piangere, è che gran parte del “geniale” pubblico di Palermo considerava Cavani una “mezza-tacca” e Pastore con “troppi difetti”.
Non parliamo dei direttori di gara italiani, spesso e volentieri a sorvolare su falli abnormi (e pericolosi) sui due giocatori quando giocavano in Italia con la maglia rosanero. Innumerevoli le decisioni arbitrali sbagliate e praticamente continua la mancanza di tutela di questi due assi storici del calcio. Non a caso, hanno finito per decidere di giocare fuori dall’Italia.
Resiste invece Dybala alla Juventus. Anche lui spesso massacrato dai difensori di turno quando era rosanero, senza che i direttori di gara battessero ciglio. Adesso Dybala è alla Juventus e segna gol strepitosi, grazie anche alla maggiore attenzione di arnitri e guardialinee alle sue gambe: adesso che è nella squadra di Torino è tutelato, mentre quando giocava nel Palermo era penalizzato, insieme a tutta la squadra rosa.
Il Palermo, nel frattempo, si dibatte in una difficile crisi. Molti sostenitori rosanero imputano al presidente Zamparini l’”errore” d’averli ceduti. Ma, oltre a non avere idea dei bilanci, hanno una memoria corta, molto corta. Chi andava a vedere Pastore e Cavani, e non si era poi in così tanti, spesso li criticava. Non parliamo di Dybala, scoperto dal patron friulano e i suoi osservatori, e che molti “soloni” che si assiepano negli spalti del Barbera consideravano “un pacco da 12 milioni”, solo tre anni fa.
Come si sarebbe potuto tenere questi giocatori a Palermo? Domanda legittima, ma che ha una sola risposta: con il pubblico. Con decine di migliaia di persone allo stadio ad applaudirli, anziché il Barbera semivuoto nelle numerose giocate da Dybala a Palermo.
Ma un poco di colpa è anche del calcio italiano in generale: mai tutelati nella loro incolumità fisica sul campo, e nelle loro giocate, finché vestivano la maglia rosanero, Pastore, Cavani e qualche altro sono andati altrove.
Hanno fatto bene, perché in Italia il calcio sta morendo, soprattutto a causa di una gestione da incubo di campionato e Coppa Italia. Arbitraggi compresi.