di Gabriele Bonafede
Il mondo sottosopra: i tifosi napoletani apprezzano il Palermo, tirano un respiro di sollievo e ammettono che è stata dura fino alla fine. E dell’altro lato una parte dei tifosi rosa che fischiano i giocatori della propria squadra. Nonostante una prestazione, per detta dei napoletani stessi, di ottimo livello.
Ricordiamoci che il Napoli ha messo una grande squadra in campo. Una squadra che, almeno fino alla sconfitta contro la Juventus, è stata, più che grande, stellare. I partenopei, con una squadra stellare e che meriterebbe lo scudetto, entrano al Barbera con 61 punti, il Palermo con 27. Meno della metà.
All’andata il Napoli aveva preso a pallonate il Palermo al San Paolo. All’andata un 5-0 sarebbe stato il risultato più giusto, se non fosse stato per la fortuna e le grandi parate di Sorrentino. Tutta un’altra cosa la partita di ieri: un Palermo che lotta più con l’ambiente che con l’avversario, non ha affatto demeritato, anzi. Il Napoli è passato con un risultato striminzito e per giunta grazie a un rigore molto contestato e che, a vedere le immagini, è un fallo dell’attaccante e anche da ammonizione. Perché Albiol cintura alla testa Andelkovic in modo evidente e poi si lancia a terra. L’arbitro Rocchi abbocca, forse incoraggiato dall’ambiente del calcio italiano che ha fatto del tiro-a-Zamparini lo sport nazionale.
Da tifosi rosanero, è comunque molto meglio perdere con il Napoli a causa di un rigore inesistente che con Juventus, Milan o Inter. E ci sono evidenti segnali positivi per il Palermo, perché uscire con un onorevole 0-1 contro il Napoli in lotta per lo scudetto potrebbe essere una svolta. Oltretutto, proprio il gol del Napoli ha svegliato i rosa, che per tutto il resto del primo tempo hanno preso in mano la partita sfiorando due volte la rete. Prima con un cross sul quale Hiljemark scivola su conclusione a botta sicura, e poi con una prodezza di Reina su deliziosa conclusione di Vazquez lanciato a rete da Gilardino.
La mano di Novellino c’è, e si vede. La squadra è messa molto meglio in campo, si corre di più, c’è più attenzione in tutti i settori, considerando che la differenza di tasso tecnico è abissale. Un Palermo che merita applausi per aver rischiato di fermare il Napoli delle stelle.
Eppure, una parte del tifo organizzato a fine partita canta “andate a lavorare”. Poi bordate di fischi, assolutamente immeritati. Ormai è chiaro: una parte del pubblico è contro il presidente e contro la squadra aldilà del risultato, del gioco e dell’impegno.
Infine, i tifosi del Palermo all’uscita dallo stadio vivono ancora nel mondo dei sogni. Quel mondo del grande calcio al quale sono sati abituati negli ultimi 15 anni. “Doveva comprare quel giocatore, oppure quell’altro. Non doveva vendere questo o quell’altro”. Vien da ridere per non piangere. Non ci si rende conto che queste potrebbero essere le ultime partite che il Palermo gioca in serie A per molto tempo.
E non perché questo Palermo non abbia possibilità di mantenere la massima seria, tutt’altro. Il Palermo ha tutte le carte per salvarsi dalla retrocessione. Ma ha anche tutte le carte per poi fallire nello sciagurato caso in cui Zamparini andrà realmente via e non si troverà un acquirente.
E chi prende una squadra con un tifo così autolesionista ? E con un pubblico che alle prime difficoltà se la prende con presidenti, allenatori, squadra e contesta senza alcun costrutto? Il calcio è fatto di alti e bassi, non solo di sogni. Il calcio, se si vogliono mantenere certi livelli, è fatto di grande professionalità, dedizione e impegno, oltre che di sostanziosi investimenti. Ma soprattutto è fatto di pubblico, perché è uno spettacolo. E se non c’è pubblico non c’è nemmeno spettacolo.