di Giovanni Rosciglione
Ricordo quando a Palermo nacque il Movimento dei Professori, versione in verità più seria dei girotondi morettiani, dopo gli estenuanti dibattiti dei civili indignati nell’Aula Magna della facoltà di Ingegneria. Si discuteva di tutto con grande enfasi e “impegno”. E fu deciso che, per dare alla città l’idea che quel movimento non parlava al cielo ma ai poveri in terra, si doveva organizzare un Forum (a quei tempi non c’erano ancora gli ipermercati) allo ZEN.
Precisamente lo “ZEN-2”, luogo emblematico dell’alienazione metropolitana e palestra del volontariato cattocheguevarista.
Era lì, in un quartiere-simbolo delle periferie continuamente dimenticate che, coinvolgendo gli abitanti di quella desolata “frazione” di Palermo, i Professori avrebbero trovato le ricette adatte al riscatto della nostra depressa città. Era un bagno termale di realismo.
L’Assemblea si tenne all’interno della Parrocchia di San Filippo Neri, officiata dal compianto Don Gallizzi. Non ce la feci ad assistere. E non per la commozione. Fatto è che dall’indomani non ci fu più traccia del Movimento dei Professori.
Ieri altri due titolati Pellegrini della confraternita del “quanto siamo bravi noi” hanno officiato un’altra puntata dello Zen come metafora della #fuffa.
Visita istituzionale, tante belle parole, tante belle promesse, i giornali che si preoccupano di cincischiare su notizie più o meno ricopiate dai comunicati-stampa. E la passerella che va con modelli printemps-été e prêt-à-porter.
Da oggi tutto dimenticato. Da oggi si ritorna alle case.
Restano i numerosi cittadini feriti e contusi vittime delle rovinose cadute dovute ad un terreno reso terribilmente scivoloso da un centimetro e oltre di grassa colatura dovuta allo scioglimento della più mielosa retorica populista.
Resta anche la lettera morta, in stile Lucio Dalla: caro amico-ZEN ti scrivo.
Che dire, caro Giovanni ? Metti ancora il dito sulla piaga, sulla miserabile retorica che segna la cronaca di questi tempi. Splendido il neologismo cattocheguevarista, che hai coniato, di cui è esempio qualche espressione del governo della città
Allo zen esistono associazioni che lavorano da più di vent’anni, tra le quali quelle che hanno invitato la Presidente della Camera e che intessono, ogni giorno, un difficile dialogo con le istituzioni. Queste sono sopravvissute ai professori e sopravviveranno anche a chi si ricorda dello zen solo quando c’è da criticare da dietro una tastiera, godendo solo se tutto rimane immobile.
Caro Luca, se firmassi anche col cognome, saresti più credibile.
Non so se Luca firma, ma firmo io le sue parole che condivido pienamente. Ernesto Melluso