
di Viviana Di Lorenzo
L’8 marzo è arrivato anche quest’anno e anche stavolta è stato possibile vedere nelle giornate che precedono questa ricorrenza, spot televisivi o campagne pubblicitarie legate alle donne e alla loro importanza. Ma quanto ciò dà la giusta rilevanza al nostro ruolo nella società e restituisce la dignità a tutte coloro che in passato hanno lottato e continuano a farlo, per ottenere la parità dei diritti?
Mi sembra che poche informazioni, in merito a questa giornata dal punto di vista storico, siano a conoscenza di molti. Ecco perché ho pensato fosse utile ed interessante focalizzarsi brevemente sulla nascita della Giornata delle donne e vedere come la nostra posizione si sia evoluta negli anni e come oggi siamo inserite nel contesto sociale.
Innanzitutto, l’8 marzo si ricordano tutte le iniziative e le manifestazioni sociali che sono state necessarie affinché le donne abbiano potuto ottenere l’esercizio di alcuni diritti fondamentali, come quello al voto e alla parità di sesso rispetto agli uomini in campo economico, dunque lavorativo e sociale.
Il sentimento di cambiamento delle condizioni di vita delle donne è nato nei primi anni del Novecento ed in molte parti del mondo con tempistiche diverse, si è potuto ottenere il riconoscimento dei diritti fondamentali. Nacquero diversi movimenti gestiti da donne che hanno portato la società ed i potenti a riflettere sul bisogno di un riscatto sociale, che permettesse di vivere in un contesto egualitario.
Durante il VII Congresso della II Internazionale socialista, tenutosi a Stoccarda nell’agosto del 1907, si decise tra le altre cose, che i partiti socialisti si sarebbero impegnati affinché le donne ottenessero il suffragio universale. Da quel momento in poi, nacquero numerosi movimenti gestiti da donne con l’obiettivo di spingere alla riflessione ed al cambiamento, infatti per la prima volta ci si interessava dei loro bisogni e si prendevano in esame le loro richieste.
Certamente non fu facile o immediato poter vedere dei cambiamenti concreti, ma la Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi qualche giorno dopo il Congresso, fu importante in quanto si istituì l’Ufficio di informazione delle donne socialiste.
Una delle tematiche che stava a cuore alle donne dell’epoca, era poter ottenere la parità di diritto in campo lavorativo, infatti rispetto agli uomini i salari erano più bassi nonostante le ore di lavoro fossero le stesse. Le discriminazioni sessuali erano numerose e per questo si istituì nel 1908, negli Stati Uniti il primo Woman’s Day, grazie ad una conferenza che si teneva settimanalmente dal Partito socialista con a capo Corinne Brown. Il Partito socialista decise che era necessario dedicare l’ultima domenica di febbraio 1909 all’organizzazione di una manifestazione per incrementare il diritto al voto delle donne. Infatti il 23 febbraio 1909 negli Stati Uniti si festeggiò per la prima volta la festa della donna.
In ogni nazione cominciava a diffondersi una cultura nuova e diversa che vedeva le donne prendere il controllo delle loro azioni, prendere in mano la loro vita e finalmente modificarla in meglio. Uno dei momenti storici più importanti fu quello che si tenne l’8 marzo del 1917 a San Pietroburgo, durante la Prima guerra mondiale. Un gruppo di donne infatti manifestarono per ottenere la fine della guerra e lottarono contro i cosacchi, che furono inviati con il tentativo di sedare la rivolta. Essi ottennero il risultato opposto, perché nacquero altri movimenti che misero fine allo zarismo e che passarono alla storia come Rivoluzione Russa di Febbraio. L’8 marzo divenne quindi ufficialmente la giornata delle donne anche per l’Unione sovietica quando, il 14 giugno 1921 durante la II Conferenza Internazionale delle donne comuniste, si provlamo in URSS all’8 marzo la “Giornata internazionale dell’operaia”.
In Italia la situazione fu diversa perché solo nel settembre del 1944, quando nacque l’UDI, Unione Donne in Italia si cominciò a festeggiare le donne, ogni 8 marzo e a prendere come simbolo di questa festività, la mimosa che fiorisce in quei giorni.
Le donne ottennero il diritto al voto per la prima volta nel 1893, in Nuova Zelanda, all’epoca colonia britannica e seguirono l’Australia nel 1901, la Finlandia nel 1906, la Norvegia e l’Islanda nel 1913. In Inghilterra, in cui nacque il movimento delle suffragette si dovette attendere il 1918 e la fine della Prima Guerra Mondiale, a seguito della quale anche altre nazioni come l’Austria, la Germania, la Lettonia, i Paesi Bassi e gli Stati Uniti d’America riconobbero il diritto al voto alle donne. L’Italia invece, a causa delle leggi fasciste che volevano le donne dedite esclusivamente alla casa e alla cura dei figli, dovette attendere la fine della Seconda Guerra Mondiale e la nascita della Repubblica nel 1946. Quest’anno la festa della donna coincide con la celebrazione dei 70 anni da quando anche l’Italia, ha raggiunto questo importante traguardo.
Dopo questo breve percorso storico, è giusto lasciare spazio alla riflessione perché sono dovuti passare tanti anni prima di poter ottenere ciò che le donne meritano in quanto cittadine, ma viene spontaneo chiedersi quanto effettivamente oggi si celebri questa giornata con convinzione e quanto sia necessario ricordarsi della nostra importanza, durante tutto l’anno e non soltanto l’8 marzo.
È vero, la vita delle donne è cambiata in meglio rispetto ad anni fa, ma sono tantissime coloro che oggi vivono in forte disagio e subiscono ancora la differenza con gli uomini. Molte donne sono ancora delle vittime e troppe sono ancora quelle che vivono in situazioni agghiaccianti in cui vengono trattate come oggetti quotidianamente, anche da chi ha promesso di amarle per sempre. Sembra un luogo comune ma pare che sia diventato davvero normale sentire al telegiornale di episodi di femminicidio o di donne costrette a prostituirsi e a subire ogni giorno terribili violenze. Non dobbiamo abituarci a sentire certe notizie e non è nemmeno giusto inneggiare all’importanza e alla dignità di noi donne, solo l’8 marzo. È vero sono stati fatti tanti passi in avanti, ma esistono ancora donne discriminate sul lavoro o che rischiano di perderlo se decidono di mettere al mondo dei figli.
La lotta delle donne non sembra essere finita e forse è un bene, perché altrimenti significherebbe continuare a subire senza far nulla. Moltissime si rimboccano le maniche e crescono i propri figli da sole, senza l’aiuto di nessuno e si dividono tra scuola, lavoro, faccende domestiche ed altro. La forza delle donne continua a manifestarsi anche dopo tutti questi anni ed è per questo che è giusto ricordarsi di noi non soltanto l’8 marzo.