Non stupisce che, con Trump, il dibattito sulle primare-Usa abbia preso una piega particolare, almeno nei social e nelle espressioni popolari, così come nella colorita propaganda diffusa soprattutto sul web. Donald l’ereditiere è persino fonte d’ispirazione artistica su determinati argomenti.
di Gabriele Bonafede
Donald Trump è ormai da mesi il nuovo “fenomeno” nelle primarie americane del partito repubblicano. Una specie di Attila: dove passa lui non cresce più la democrazia. Insulti a destra e a manca, parole di odio per tutti e tutto. Sembra uno dei sedicenti “politici” italiani, rifiuti del peggior fascismo nel nostro Paese, che purtroppo vanno di moda anche da noi.
Eppure è largamente in vantaggio per la corsa a rappresentare il partito repubblicano (il GOP) alle prossime elezioni a presidente degli Stati Uniti. Ha dunque provveduto a distruggere persino il suo stesso partito, ormai dilaniato dall’evidente incoerenza tra i propositi e lo “stile” di Donald da un lato, e i valori più profondi del partito repubblicano e degli USA stessi, dall’altro lato.
E se verrà eletto provvederà a distruggere anche gli Stati Uniti, l’Europa, e tutto quanto gli passerà per la testa. Una cosa che non la dice un qualsiasi cittadino orripilato dallo “stile” dell’ereditiere-Trump tempestato d’insulti, ma nientemeno che Mitt Romney: uno dei politici repubblicani, cioè dello stesso partito di Trump, più potenti e ammirati negli USA.
Trump è in sostanza, il nuovo fascismo americano, sostenuto dai “suprematisti” e con non chiare (o forse troppo chiare) relazioni con i razzisti del KKK.
Privo di argomenti razionali per quanto riguarda l’economia, le politiche sociali e quella internazionale, cavalca il malcontento dei bianchi americani nei riguardi di un presidente non bianco, per i problemi di mancata occupazione, e per tutte le frustrazioni personali che si abbattono sulla vita di ogni essere umano, anche nel più potente e ricco Paese del globo.
Una delle più famigerate smargiassate è l’attacco contro la stampa. In particolare si ricorda con orrore l’attacco di Trump, poche settimane fa, contro Fox News e Megyn Kelly, una delle migliori figure giornalistiche al mondo, nota per la sua estrema correttezza.
Con il suo ridicolo faccione, peggiorato da una malcolorata capigliatura da incubo in sfacciato stile-Biscardi, il candidato Donald ha cercato di offendere e umiliare la giornalista, facendo un’altra figura da “stitico” innervosito.
Quando Donald parla, sembra infatti uno stitico che cerca di risolvere il suo problema fisico senza riuscirci: smorfie da sforzi estremi e vani tentativi d’espellere qualcosa. Un Falqui? Un Guttalax? Qualche prugna secca? Forse non ha il tempo di procurarsene.
In molte immagini l’accostamento Trump-cesso è fin troppo evidente. Il passare da espressioni da stitico all’idea di escremento è dunque breve, quanto meno per associazione di idee. Inoltre, per molti americani e non solo, i discorsi di Trump sono spesso equiparati al concetto di escremento.
Non stupisce che il rapporto tra Trump e la merda abbia dunque preso una piega particolare nel dibattito politico americano, almeno nei social e nelle espressioni popolari, così come nella colorita propaganda anti-Trump diffusa soprattutto sul web.
Ma non solo. Ci sono anche espressioni artistiche sull’argomento, come il dipinto di John Kilduff che lo ritrae, appunto, in una posizione da stitico: sopra la tazza del wc. I social statunitensi sono inondati da immagini che mettono in relazione il nome di Trump con gli escrementi, il cesso, la carta igienica, lo sfintere e tutto ciò che è associabile con la defecazione.
Si trovano le foto, i collage, i photoshop, le vignette, i murales, i dipinti artistici e persino gli oggetti-souvenir. Sempre con la stessa associazione di idee: Trump e la merda.
Come si vede nelle immagini che pubblichiamo, la casistica è enorme e ce n’è per tutti i “gusti”.
Basta sfogliare la galleria. E mi scuso, forse troppo tardi, per il discorso… di merda. Ma quando si parla di Trump, anche a causa del web, sembra inevitabile.