di Gabriele Bonafede
Una bottiglia molotov lanciata dentro casa e conseguenti ustioni gravi al volto del nipotino di due anni. Questo è accaduto nella città di Uljanovsk a un uomo russo che doveva pagare circa 50 euro di debito. La bottiglia molotov sarebbe stata lanciata su una finestra da un “agente” del recupero crediti, ex-poliziotto, che ovviamente ha negato l’accaduto. E potrebbe farla franca, come in altri casi simili.
La notizia, di due settimane fa ma circolata poco in Italia, non è nemmeno tacciabile di “propaganda occidentale” dai media russi, perché sono proprio i media russi controllati dal Cremlino ad averne dato ampia diffusione nei telegiornali di regime, magari nascondendo quanti siano i casi di questo tipo e parlando solo di uno.
Questa è infatti solo la punta dell’iceberg in un inferno senza confini: quello che vivono i russi che hanno chiesto e ottenuto facilmente un prestito in tempi di vacche grasse e, oggi, con una dura recessione per la quale non si vede fine, non possono pagare in tempo o non possono pagare affatto.
Si tratta spesso di piccole somme se rapportate ai livelli di reddito italiani o dell’Europa occidentale. Ad esempio, la bottiglia molotov a Uljanovsk (città di 613.000 abitanti nella regione della Volga) sarebbe stata lanciata sulla finestra di un debitore che doveva pagare il corrispettivo di 53 euro. Ma in un Paese dove le pensioni sono tipicamente di soli 100-150 euro al mese e gli stipendi poco più alti, una piccola somma come questa può essere un grande problema. Anche perché, se è vero che il costo della vita in Russia è più basso che da noi, lo è in media del 45-50% in meno a fronte di salari 5-10 volte più bassi dei nostri.
Per molti cittadini russi che hanno contratto piccoli debiti devi scegliere: o mangiare oppure pagare il debito. Ed essere quindi sottoposto alle minacce e gli assalti di “agenzie” dei creditori e vere e propire gang mafiose con oscuri contratti con istituzioni finanziarie o banche.
Le minacce degli “agenti” di recupero crediti in Russia sono sempre state brutali. Spesso con un fisico da pugili o buttafuori, gli “emissari” per recuperare il credito non lesinano violenza, come si vede nel video alla fine di questo articolo pubblicato da una tv russa, e del quale si sconsiglia la visione a persone sensibili ad atti di violenza. Da alcuni mesi le “azioni” del recupero credito in Russia avrebbero raggiunto vergognosi livelli di bestialità medievale.
E mentre una piccola parte della popolazione rappresentata dalla cerchia di ricchissimi oligarchi, sanzionati dall’Europa, vive nel lusso più sfrenato, una larga fetta della popolazione russa è nella miseria. E braccata da banche e agenzie finanziarie che danno in appalto a veri e propri criminali il loro “servizio” di recupero crediti.
Stando alle notizie pubblicate da autorevoli media internazionali in lingua inglese (link alla fine di questo articolo), i metodi per il recupero-crediti sarebbero degni dei peggior mafiosi: continue telefonate, pesanti messaggi sms, minacce di morte per il debitore e la famiglia, pestaggi, danneggiamenti delle automobili e persino danni ai passeggini per bambini dei debitori. Ma con l’incendio di Ulyanov, che non è detto sia il solo, il livello di mostruosità è drammaticamente aumentato.
D’altronde, il sistema del credito in Russia è fortemente arretrato, sia nel garantire il creditore che il debitore. Se un soggetto commerciale, soprattutto straniero, vanta un credito in Russia che non viene pagato, difficilmente potrà recuperarlo con il funzionamento legislativo e giudiziario attuale. Basta che il credito sia superiore a circa 5000-6000 Euro, ad esempio una fornitura di una dozzina di computer, e la procedura non è nemmeno “veloce”, ma ordinaria, con cavilli legislativi e burocratici insormontabili.
Al momento, come riportano varie fonti, i crediti al consumo in grande sofferenza in Russia avrebbero raggiunto qualcosa come il 15%, e il 25% per quanto riguarda somme più piccole. Si tratta di percentuali da incubo, sia per i creditori che per i debitori e che sono il preludio ad una crisi finanziaria di enormi proporzioni, soprattutto se il prezzo del petrolio rimarrà così basso com’è adesso.
La cosa è confermata persino in un recente rapporto della Banca Centrale Russa sulla decisione nel non muovere i tassi d’interesse di riferimento (gennaio 2016), e che non nasconde i pericoli nel futuro a breve e medio termine nella tenuta del sistema.
Va da se che i debitori, soprattutto per piccole somme, peggio se ottenute con carta di credito, affrontano tassi d’interesse che da noi sono considerati usura. Il tasso di riferimento della Banca Centrale Russa è infatti l’11% all’anno a fronte del mostro vicino allo 0%. Il che vuol dire che in Russia il tasso d’interesse per un prestito personale è teoricamente del 25% e più. Ma in realtà varia enormemente con tassi largamente sopra il livello d’usura stabilito in UE. Nei casi di piccoli crediti raggiunge percentuali molto più alte, tanto da essere computato giornalmente anziché annualmente.
Ciò vuol dire che piccoli debiti dell’ordine di 100-200 Euro diventano somme enormi in poco tempo e difficilmente pagabili, come succede con i cravattari mafiosi in Italia. E con metodi di recupero delle somme “dovute” che rasentano e superano quelle delle peggiori gang mafiose.
Principali fonti:
http://www.rferl.org/content/russia-consumer-debt-collectors-violence/27527620.html
Servizio di una tv russa, in russo ma con eloquenti immagini di pestaggio (si sconsiglia la visione a chi è sensibile a immagini violente):
https://youtu.be/Xg8JIe_HZiA