di Gabriele Bonafede
Faccio parte di quegli italiani, e in particolare siciliani, che leggono con grande piacere Montalbano. E anche di quel piccolo sottoinsieme di lettori del Camilleri che accende la tv raramente, ma che rimane tuttavia affascinato dalla serie su Montalbano anche se non la digerisce per intero.
Il fatto è che quando leggo o vedo Montalbano in TV penso sempre a Livia. Un poco perché la vedo come una bella donna che merita di più, un po’ per ammirazione, ma anche per via di una punta di commiserazione. Ed avendo la brutta abitudine d’interessarmi alle donne che hanno bisogno di aiuto, mi immedesimo nella sua tragedia, nelle sue storie. Storie che sono spesso storie di corna.
È noto a tutti che Montalbano, per quanto riguarda le donne, non è uno stinco di santo. Per grande fortuna del commissario, Livia non è siciliana né delinquente. E per buona pace del Camilleri, appare e riappare nascondendosi ragionevolmente a Boccadasse, lontano dalle malelingue di Vigata e dintorni.
Altrimenti, le cose sarebbero state due. O la povera Livia non avrebbe potuto mettere un passo avanti su una stradina di Vigata senza essere additata e, probabilmente, soprannominata come “la cornuta”. Oppure avrebbe usato la mano pesante, e forse anche ben altro, nei confronti dell’amato.
Ma tant’è. Ragionevolmente liberale e di vedute profondamente progressiste, Livia si rifugia spesso nella sua casa di Boccadasse che, a quanto pare, ha i soffitti abbastanza alti da poter contenere sviluppate protuberanze craniali. Ed è a Boccadasse che sono andato a cercarla, utilizzando i potenti mezzi a mia disposizione: volo low-cost per Milano e poi pullman a pochi euro per raggiungere la Liguria.
Mi aspettavo grandi difficoltà per organizzare un’intervista a Livia sulla sua tormentata relazione con il commissario Montalbano. Invece, ho avuto molte più difficoltà a trovare la sua casa-rifugio, opportunamente celata ai più, che a ottenere un’intervista sull’argomento-corna. Ovviamente non rileverò l’indirizzo e le coordinate del nascondiglio di Livia che comprensibilmente vive in uno stato di semi-latitanza, ma sempre con il cellulare appresso per essere pronta alle più strampalate conversazioni con l’”amato”.
Ero pronto persino a fare un’offerta che Livia non avrebbe potuto rifiutare, pur di farla parlare. E invece, niente di tutto questo. Mi ha ringraziato più volte di avere avuto il coraggio, forse unico al mondo, di stare dalla sua parte e intervistarla. In pochi secondi ho capito che avrebbe vuotato il sacco. E che sacco!
Sarebbe troppo lungo raccontare tutto. Ci vorrebbe un intero romanzo. Che dico, un’intera enciclopedia. Quindi andrò per sommi capi, riportando qui un brevissimo e iniziale riassunto del racconto di Livia che potrebbe andare al secolo come “Le corna di Montalbano”.
La prima volta che Livia abbia messo le corna al commissario pare sia stata fin dai tempi della “Voce del Violino”. E fu una storia di letto, come da “copione”, con il dongiovanni Mimì. “Fu solo una notte, una torrida notte d’estate siciliana mentre Salvo si faceva i cavolacci suoi come al solito. Non lo sapeva nessuno finora. Ovviamente posai Mimì immediatamente. Il poveretto avrebbe voluto continuare, ma francamente non era cosa.”
Questo chiunque se lo aspettava, e credo che non faccia nemmeno notizia. Si sa che Mimì si butti su qualsiasi essere femminile (almeno si presume), basta che respiri. Una volta pare lo abbiano visto in compagnia di una rana, che però era ben vestita.
Ma Livia oggi è particolarmente disponibile ad aprire questo terribile portone, e le corna di Montalbano crescono a vista d’occhio. Così arriva il pezzo forte. “Non ci crederai – si confida dandomi finalmente del tu – ma la storia più importante che ho avuto è stata quella con Fazio. Pare che non ci colpa, ma Fazio in realtà è un amante perfetto. Solo con lui la cosa è continuata per un certo tempo, perché con Galluzzo si trattò solo di un paio di notti, ma non a Vigata. Con Galluzzo, mentre era in corso la storia con Fazio, ci ritirammo per un weekend nella campagna di Montelusa, al riparo da sguardi indiscreti. Non lo sa nessuno finora.”
Chiedo a Livia se sia giusto spifferare così queste storie, e se ne abbia prima parlato con i diretti interessati, anche perché è facile immaginare il putiferio che il commissario potrebbe scatenare al commissariato di Vigata e quali possano essere le conseguenze a livello nazionale, europeo e planetario di queste confessioni a dir poco incredibili. Ma lei non si ferma. “Ho informato i diretti interessati. E non hanno alcuna remora. Troppe volte sono stati messi sotto torchio da Salvo e utilizzati per le cose più speciose senza avere il coraggio di opporsi, di parlare. Ma certe cose vanno dette, sia pure in forte ritardo. Anche se si tratta di corna nazionali o planetarie”.
“La storia con Fazio fu di lunga durata – continua – adesso lo possiamo dire, perché oltretutto abbiamo tutti passato una certa età. Ma all’epoca dovevamo tenere tutto in segreto e non era sempre facile. Ci aiutava la folle dedizione di Salvo per il lavoro e per le donnine con le quali ha sempre flirtato e a volte fatto molto di più. E poi, scusa, ma credi che io sia così cretina? Francamente, mi sono anche scocciata dell’immagine che si ha di me in Italia e nel mondo. Nel nascondere la cosa eravamo aiutati anche dalle abitudini di Salvo per il cibo e i luoghi del suo desinare: praticamente fissi in uno o due posti visibilissimi. Così avevamo via libera.”
“Pensa – dice con una certa goduria e un malcelato ghigno vendicativo – che un paio di volte lo abbiamo fatto nella sua casa con veranndina e non si è accorto di nulla! Non puoi capire le risate quando lo incontravamo, per poco non ci tradivamo come dei polli, o dei piccioncini. Ma a forza di avere a che fare con indagini e soprattutto con la mentalità di Salvo, lo capisci subito come si comporterebbe e quindi il resto va da se: è un film già visto a ogni occasione”.
Ci fermiamo qui. Nel racconto di Livia pare ci sia molto altro ancora, come quella volta, sembra, che ci fu un approccio molto vicino persino con Catarella tra una telefonata e l’altra. Ma, eventualmente, ne parleremo alla prossima occasione.
Intanto, buona lettura e buona visione della nuova serie di Montalbano in TV che sarà persino più bella delle altre.
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