Dal rapporto di Amnesty International 2015 sulla situazione dei diritti umani nella Crimea annessa alla Russia emerge un quadro spaventoso: rapimenti, torture, sparizioni, pestaggi, negazione del diritto di manifestazione, del diritto di esprimere opinioni, del diritto di informazione e dei diritti nei processi. Soprattutto ai danni della comunità tatara.
Ecco il testo integrale di Amnesty per la sola Crimea:
“Non sono state condotte indagini efficaci sui sei casi di sospetta sparizione forzata di attivisti tatari di Crimea, avvenuti nel 2014, e per un caso confermato di rapimento, tortura e uccisione. Ciò è avvenuto nonostante le molte prove a disposizione, incluse videoregistrazioni, suggerissero chiaramente che i paramilitari filorussi della cosiddetta “forza di autodifesa della Crimea” erano responsabili di almeno alcuni di questi crimini. Le libertà d’espressione, riunione e associazione hanno continuato a essere limitate dall’amministrazione de facto della Crimea, dopo la sua occupazione e annessione da parte della Russia nel 2014. Coloro che esprimevano simpatie filo-ucraine hanno subìto dure rappresaglie. La comunità tatara di Crimea è stata particolarmente colpita: le sue manifestazioni pubbliche sono state regolarmente vietate, i mezzi d’informazione in lingua tatara sono stati costretti a chiudere e i loro leader sono stati sottoposti a continue perquisizioni domiciliari e hanno subìto azioni penali e detenzione per motivi politici.”
“Il mejlis, un organo rappresentativo eletto dai membri della comunità dei tatari di Crimea, ha subìto ulteriori rappresaglie. Il suo attuale leader, Ahtem Čiygoz, è stato arrestato il 29 gennaio con l’accusa di aver organizzato “disordini di massa” il 26 febbraio 2014. Le autorità de facto avevano più volte avvertito che il mejlis avrebbe potuto essere etichettato come gruppo estremista secondo il diritto russo.”
“I due precedenti capi del mejlis, Mustafa Cemilev e Refat Čubarov, sono rimasti ufficialmente banditi dalla loro patria. Il 28 ottobre, il procuratore de facto della Crimea ha annunciato che Čubarov poteva tornare, dopo che un tribunale della città di Sinferopoli ne aveva ordinato l’arresto il 6 ottobre per “proclami contro
l’integrità territoriale della Federazione russa”.
“Il canale televisivo in lingua tatara AT R è stato costretto a chiudere le trasmissioni il 1° aprile, alla scadenza del termine per la nuova richiesta di registrazione ai sensi delle leggi russe. L’emittente aveva chiesto la registrazione per almeno quattro volte ma le era stata sempre negata arbitrariamente. ATR ha ripreso le trasmissioni dall’Ucraina continentale ma i suoi giornalisti non sono più stati in grado di lavorare apertamente in Crimea.”
“Il 9 marzo, Aleksandr Kravčenko, Leonid Kuz’min e Veldar Šukurdžiev sono stati arrestati durante una piccola manifestazione di strada a Sinferopoli, per celebrare il 201° anniversario della nascita del poeta ucraino Taras Ševčenko, nel corso della quale avevano esposto simboli nazionali sotto forma di nastri gialli e blu. Sono stati portati alla stazione di polizia, rilasciati dopo tre ore e condannati ciascuno a 40 ore di lavori socialmente utili, per aver violato le norme sulle riunioni pubbliche. Successivamente hanno subìto molestie da parte di membri dell’unità di polizia anti-estremismo, compresi arresti e interrogatori informali. Kuz’min ha anche perso il suo lavoro come insegnante di storia.”
“Contrariamente a quanto prevede il diritto internazionale umanitario, gli attivisti anti-occupazione della Crimea Oleg Sencov e Alexander Kolčenko sono stati giudicati al di fuori della Crimea. Il loro processo si è svolto in base al diritto russo in un tribunale militare della città di Rostov sul Don, nel sud della Russia, e si è concluso con la condanna rispettivamente a 20 e 10 anni di carcere, per accuse sproporzionate connesse al terrorismo. I procedimenti giudiziari non sono stati equi e si sono basati su testimonianze presumibilmente estorte con la tortura. Il 24 novembre, la Corte suprema della Federazione russa ha confermato la loro condanna.”
Il rapporto specifico sull’Ucraina, con la parte sulla Crimea alla fine del documento, è consultabile per intero in italiano su:
http://www.rapportoannuale.amnesty.it/sites/default/files/2016/Ucraina.pdf
Il rapporto su tutti i Paesi del mondo: http://www.rapportoannuale.amnesty.it