di Viviana Di Lorenzo
Era il 7 febbraio 1914 quando negli Stati Uniti uscì il primo cortometraggio con protagonista il buffo personaggio di Charlot, dal titolo “Charlot ingombrante”.
La “divisa” del vagabondo Charlot è passata alla storia: la sua bombetta, il bastone, le scarpe troppo grandi e quei piccoli baffetti lo identificheranno per sempre come il più famoso vagabondo della storia del cinema. Incarna lo stereotipo dell’uomo di buon cuore, che a causa della sua sfortuna e miseria si trova a vivere in difficoltà e dovendo sempre sfuggire alle autorità, che non sopportano le sue stranezze e i suoi scherzi. Con il poco che ha si comporta sempre come un nobile gentiluomo, mostrando il suo lato più tenero ed umile, quando incontra una vagabonda di cui s’innamora e per la quale sarà disposto a fare di tutto pur di allontanarla dal suo presuntuoso e corpulento rivale.
Charlot nasce da un’idea di Charlie Chaplin e del produttore e regista Mack Sennett, l’attore aveva le idee chiare, voleva creare un personaggio comico che con i soli gesti del corpo e le espressioni del suo viso, doveva trasmettere tutta la sua comicità e ilarità. E senza dubbio sembra esserci riuscito bene, se pensiamo ai film muti in cui erano davvero poche le parole che apparivano di tanto in tanto, non servivano dialoghi per comprendere non solo la storia, ma anche i sentimenti provati dal protagonista.
Charlot certamente non è solo un buffo vagabondo che vive in miseria, destinato solo a far divertire il suo pubblico. Egli riveste una doppia funzione, da un lato quella satirica e dall’altra quella malinconica. Questa doppia visione del personaggio appare piuttosto evidente in due film quali “Il vagabondo” e “Tempi moderni”, nella prima pellicola è molto forte l’aspetto triste del personaggio, un povero che viene escluso dalla società e per questo è preso di mira dai più potenti e che affida al suo amore per una giovane, l’unica felicità della sua vita. Nella seconda pellicola, invece la satira prende il sopravvento, quando veste i panni di un uomo totalmente alienato dalla meccanicità e ripetitività del lavoro massacrante che non lo abbandonano mai, nemmeno quando esce dalla fabbrica.
Non è un personaggio mai banale, Charlie Chaplin aveva un’ironia intelligente e pungente, che nasceva appena vestiva i panni del suo personaggio più famoso, il buffo modo di camminare e muovere i baffi nascondevano sempre un messaggio che forniva spazio per la riflessione e osservazione, della società del tempo, da punti di vista differenti e che tutto sommato continuano ad essere attuali ancora oggi per i nostri “tempi moderni”, che sono forse tuttora discriminanti ed alienanti come per quelli vissuti da Charlot.