di Gabriele Bonafede
Checco Zalone? Il cinema permette la visione a molti più spettatori. Ma non è la stessa cosa: ridere a teatro vale doppio. Pierfrancesco Favino fa il servo per due. Anzi per tre, e anche quattro. Accompagnato da una compagnia straordinaria, affiatatissima, si permette di citare quello che vuole: da Fellini a Ciccio Ingrassia, dal Trio Lescano a Gigi D’Alessio. Con ritmo e baldoria, come si fa con gli amici.
Tre ore di risate e divertimento, di verità e finzione, di Goldoni e Totò. Un’appanzata di commedia che ci voleva proprio, come fossero le arancine per Santa Lucia. E senza indigestione: il tempo passa che non te ne accorgi.
Personalissimo, “Sevo per due” di Favino e Sassanelli spacca tutto e risolve testo e azione come meno te lo aspetti, quando meno te lo aspetti. Il Pierfrancesco è una specie di Paolo Rossi dell’area di rigore-palcoscenico: le mette tutte in rete con giocate da fuoriclasse. L’orchestrina gira che è un piacere, e accoglie il pubblico mentre si piazza in poltrona, ad incominciare la festa come fosse un Martini di quelli giusti. E via, si parte.
Favino stupisce, anche perché in molti lo ricordano in due sole vesti: tenebroso oppure sex-symbol seminudo. Invece qui è un “Pippo-Arlecchino” trasformato con tanto di panza imbottita da pane ca meusa palermitano o soppressata calabrese.
Attori e attrici del Gruppo Danny Rose sono come un grande coro di voci che si muove al pari di un orologio, eppure capace d’improvvisare in qualsiasi momento, come da “copione” goldoniano. Battute, canzoni e azione incalzano a ritmo sostenuto, saltando di risata in risata.
E sono tanti in scena, se non sbaglio sedici oltre a Favino, compresa la deliziosa Orchestra Musica da Ripostiglio (Luca Pirozzi, Luca Giacomelli, Raffaele Toninelli, Emanuele Pellegrini) che non si ferma alla musica, ma va ben oltre. E tutti aggiungono il proprio accento in una coreografia straordinaria. Senza togliere nulla alla numerosa compagnia, l’Alfredo recitato da Paolo Sassanelli è semplicemente strepitoso.
Uno spettacolo “superficiale”? Non sarebbe cosa vera. Anche perché Goldoni è “rivisitato” in piena immersione nel suo stile provocatorio.
Attenzione, non mancano sorprese: con la finzione teatrale che entra nella realtà del pubblico, torna, e poi ritorna. Ma va visto per capire. E farsi guidare nel divertimento, con ridere doppio.
Teatro Biondo Palermo dal 29 gennaio al 7 febbraio 2016
Servo per due
One Man, Two Guvnors di Richard Bean
tratto da Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni
tradotto e adattato da Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen, Simonetta Solder
regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli
con Pierfrancesco Favino
personaggi e interpreti
(in ordine di entrata)
Altero / Bartolo Diego Ribon
Zaira Anna Ferzetti
Livio Pierluigi Cicchetti
Bartolo / Altero Bruno Armando
Clarice Eleonora Russo
Amerigo Luciano Scarpa
Pippo Pierfrancesco Favino
Rocco / Rachele Fabrizia Sacchi
Tassista / Barista / Guardia Gianluca Bazzoli
Ludovico Thomas Trabacchi
Gennaro Totò Onnis
Alfredo Paolo Sassanelli
La Iolanda Marit Nissen
Gli attori del Gruppo Danny Rose (in ordine alfabetico): Bruno Armando, Gianluca Bazzoli, Pierluigi Cicchetti, Anna Ferzetti, Marit Nissen, Totò Onnis, Diego Ribon, Eleonora Russo, Fabrizia Sacchi, Paolo Sassanelli, Luciano Scarpa, Thomas Trabacchi.
Elaborazioni musicali dell’Orchestra Musica da Ripostiglio: Luca Pirozzi (chitarra, voce e banjo), Luca Giacomelli (chitarra e voce), Raffaele Toninelli (contrabbasso e voce), Emanuele Pellegrini (percussioni e voce)
scene Luigi Ferrigno
costumi Alessandro Lai
luci Cesare Accetta
coreografie Fabrizio Angelini
canto Gabriele Foschi
produzione Compagnia Gli Ipocriti
con la partecipazione della Fondazione Teatro della Pergola di Firenze
Calendario delle rappresentazioni
Venerdì 29 gennaio ore 21.00, Sabato 30 gennaio ore 21.00, Domenica 31 gennaio ore 17.30, Martedì 2 febbraio ore 21.00, Mercoledì 3 febbraio ore 17.30, Giovedì 4 febbraio ore 17.30, Venerdì 5 febbraio ore 21.00, Sabato 6 febbraio ore 21.00, Domenica 7 febbraio ore 17.30