di Gabriele Bonafede
L’anello. Un oggetto quasi cinematografico è di moda a Palermo. È un oggetto prezioso che fa impazzire, che fa correre e affrontare enormi difficoltà pur di possederlo. A cosa serve poi un anello? È fine a se stesso, prezioso perché costa e perché simbolo di qualcosa.
Per essere più precisi, a Palermo, si affrontano indicibili avventure per costruire l’“anello ferroviario”. Un’opera i dubbia utilità, a detta di molti hobbit della Contea di Conca d’Oro. Passa tutto intorno al centro, con una sola fermata nel cuore della città e un percorso stranissimo: dal porto al porto, tutto intorno a dove servirebbe, per una circonferenza che è tangente ai luoghi di maggiore densità di traffico, ma senza realmente entrarci. Ha solo due-tre fermate che servirebbero unite tra loro, ma sono invariabilmente vicine l’una all’altra per un percorso di 10 minuti a piedi.
Come l’anello di Tolkien, non ha un prezzo quantificabile. C’è chi dice un tot, chi un altro tot. Esiste però persino la pagina Wikipedia che così lo descrive: “L’anello ferroviario di Palermo è una tratta ferroviaria in costruzione sulla direttrice ferrovia Palermo Notarbartolo-Palermo Marittima. Il percorso previsto è circolare, a binario unico, per una lunghezza di circa 6,5 km.”.
Basta questa laconica frase per capirne l’inutilità. Se la circonferenza è di 6,5 km, e ricordando un paio di regole dalla scuola elementare, il diametro di questo anello è di soli 2km. Una distanza, cioè, percorribile a passo palermitano e sotto lo scirocco in una mezzoretta al massimo. Se hai fretta e le condizioni atmosferiche non sono troppo difficili in 15-20 minuti. Che senso avrebbe dunque andare alla fermata, aspettare 10-15 minuti il passaggio del treno e poi arrivare in altri 2-3 minuti, con annesse scale per scendere e salire e pagando per giunta? Nessuna. Tranne la voglia di assaporare un’aria europea e poi dire: “Anche a Palermo abbiamo la metropolitana”. Anche a Palermo, dunque, si sta costruendo un gigantesco Anello degno di una saga cinematografica con tanto di Frodo, Gandalf, Smeagol e Sauron.
Vero, l’“anello” della Signora, non è in effetti circolare, ma oblungo. Ciò vuol dire che ci sono fermate che sarebbero più distanti, forse anche 3 chilometri e più. Ma, sempre su Wikipedia, giusto per citare una fonte accessibile a tutti senza impazzire appresso alle fumose fonti ufficiali, si legge:
“Fin dalla trasformazione della tratta urbana da servizio merci a passeggeri, l’intenzione dichiarata fu quella di completare la linea di raccordo per il porto arrivando così alla chiusura dell’anello ferroviario. Lo scopo era quello di costruire un’infrastruttura integrata con il passante ferroviario e con il sistema tranviario di Palermo, in cui lavori di costruzione nel 2013 risultavano in corso, nonché eventualmente con l’ipotizzata metropolitana leggera cittadina.”
Ma… allora sarebbe “integrato” con una linea ferroviaria che, tipicamente, ha una frequenza di 30 minuti. Quindi i tempi di attesa a ogni stazione sarebbero fortemente condizionati da questa “integrazione”. Il che significa che si potrebbe aspettare, in un’ipotesi ottimista, anche 30 minuti per percorsi che si farebbero a piedi in 20 minuti. Sempre pagando il biglietto, s’intende. E poi, se ho ben capito, sarebbe “a binario unico”… Quindi con frequenze limitate e in una sola direzione. Possibile che facciano aspettare 30 minuti per prendere un treno che ti porta qualche centinaio di metri più avanti? A Palermo tutto è possibile.
Sembra che questo anello, in una stima “da Wikipedia”, costi oltre 120 milioni. Per adesso.
Intanto, come si vede nella foto di copertina, Piazza Castelnuovo, nota come Piazza Politeama, è un cantiere aperto. Sfigurata, con molti alberi tagliati per far posto a non si sa bene cosa, è tagliata in due da un largo cantiere dove dovrebbe esserci l’unica fermata in centro. Centro di Palermo che è tuttavia privo di tram nonostante inaugurazione in pompa magna in dubbie fermate di periferia, già vandalizzate, corre voce…
Sarebbe utile capire se l’amministrazione di Palermo abbia eseguito un’indagine conoscitiva sul numero di persone che prenderebbero questa nuova linea metropolitana. Ma non è dato sapere. Forse è meglio rivolgersi alla Bocca di Sauron per averne notizie.
In copertina: il cantiere per la fermata di Piazza Politeama. Pare. S’intravede il tetto del Teatro Politeama. Foto di Giusi Andolina.