di Viviana Di Lorenzo
Il 27 gennaio non è un giorno come gli altri ormai dal novembre del 2005, quando è stata proclamata la Giornata della Memoria. In questa data sono ricordate le vittime dell’Olocausto. È un’occasione per riflettere sul male di cui è capace l’uomo, proprio nella giornata in cui ricorre la liberazione, avvenuta nel 1945 da parte dell’armata Rossa, dei prigionieri e dei superstiti del campo di concentramento di Auschwitz. Da quel giorno tutte le torture, le crudeltà messe in atto all’interno di questi campi, diventarono pubblici. E l’orrore del nazismo divenne noto a tutto il mondo.
Sono passati 71 anni e celebrare questa giornata in ricordo delle vittime non è solo doveroso, ma purtroppo è anche attuale. Nessuno potrà mai riparare. E nemmeno togliere l’orrore dei superstiti nei quali occhi si legge ancora il dolore. Sono occhi che hanno visto cattiverie che forse fino ad allora erano inimmaginabili, anche perché fatte in maniera sistematica e pianificata nei dettagli. Donne, bambini, uomini e anziani privati della loro dignità, di tutto ciò che possedevano, senza alcuna ragione, costretti a vivere prigionieri in attesa di una fine inevitabile, inferta con altrettanta violenza e consapevole orrore. Milioni di bambini che hanno perso la vita e, se sopravvisuti, la famiglia. Rimanendo soli al mondo. Malati e anziani uccisi a sangue freddo, intere famiglie di ebrei costrette a vivere prima nei ghetti e poi torturati e uccisi nei campi di concentramento. Ciò non faceva che provocare e diffondere il terrore tra le persone che, non avendo nessuna colpa, si vedevano private di tutto, della loro vita, dei diritti primari di cui fino a quel momento potevano godere e che li vedevano costretti a nascondersi ed a fuggire.
Viene da chiedersi a cosa serva dedicare una giornata a tali ricordi, quando passati così tanti anni. Ci si sente ancora inermi e incapaci di cambiare le cose e renderle migliori. Non potremmo mai restituire ciò che le vittime hanno perso, ma chiudendo gli occhi si rischia di dimenticare e ciò sarebbe un mostruoso errore. Innanzitutto per i milioni di persone che hanno perso la vita e alle quali è doveroso pensare, per non rendere vano il loro sacrificio. Ma anche perché quegli avvenimenti siano per tutti esempio di un’umanità che, quando perde di vista i valori ed il senso della vita, è in grado di scatenare tutta la sua ferocia e malvagità.
Nel Giorno della Memoria sono tante le inziative. Se fin da piccoli abbiamo letto e studiato a scuola le vicende legate all’Olocausto, è altresì utile farlo ogni anno ascoltando i racconti dei superstiti ancora in vita, vedere le immagini dell’epoca che ci mostrano i campi di concentramento con i fili spinati, gli uomini diventati inespressivi, solo carne ed ossa, le montagne di cadaveri ammassati l’uno sull’altro e le agghiaccianti camere a gas. È importante vedere queste testimonianze per restituire dignità ai prigionieri e riconoscere il loro dolore, affinché questa storia, seppure siano passati 71 anni, non ci sembri lontana. Solo così abbiamo la speranza che la si eviti oggi e domani.
A distanza di così tanto tempo ci sono ancora persone che vengono perseguitate per un diverso credo religioso, orientamento sessuale o politico ed appartenenza a culture diverse. Quella del movimento nazista è stata una crudeltà che ha sconvolto e continua a farlo. Che lascia senza parole, perché non è possibile immaginare che ci sia stato qualcuno che abbia potuto distruggere la vita di così tante persone.
E mai come oggi è utile ed importante soffermarsi a riflettere e convincerci che anche 71 anni dopo, ci sono vittime e popolazioni perseguitate e uccise con la stessa efferatezza.
Oggi vediamo i video della propaganda Isis con prigionieri sgozzati o decapitati. Sono in qualche modo questi il simbolo di un’umanità che non ha voluto cambiare e che è ancora malata.
E, purtroppo, non c’è solo il terrorismo. Molti Paesi nel mondo sono in guerra e spesso sono guerre civili che provocano milioni di rifugiati, tenuti in campi di raccolta con condizioni di vita disumane. Intere città sono state distrutte e continuano ad essere distrutte da efferati dittatori e signori della guerra, da ideologie che usano persino la religione per perpetrare utleriori carneficine. Oggi, nonostante il monito del passato, milioni di persone vivono nel terrore del genocidio, o qualcosa che ci si avvicina: in Siria e altrove.
Ciò che più stupisce è l’indifferenza del mondo su queste tragedie, nonostante il monito dell’Olocausto.
Purtroppo, in 71 anni, mai come quest’anno è giusto ricordare l’Olocausto e la Shoah. Perché non si ripeta. Quest’anno deve essere anche un monito per riconoscere che dittature e signori della guerra anche oggi, giorno per giorno, distruggono vite di bambini, donne e uomini.