Il Governo greco approva il tratto definitivo del Gasdotto Trans Adriatico per incrementare le entrate di bilancio. Atene sempre in attesa che la Russia ripristini il Turkish Stream
di Matteo Cazzulani
Varsavia – Un progetto per la diversificazione delle forniture di gas dell’Unione Europea necessario da realizzarsi soprattutto per incrementare le entrate di bilancio. Così il Gasdotto Trans Adriatico -TAP- è stato presentato da parte del Governo greco che, nella giornata di giovedì, 14 Gennaio, ha ufficialmente approvato l’itinerario che l’infrastruttura percorrerà nel territorio greco.
Come dichiarato dal Ministro dell’Ambiente e dell’Energia greco, Panos Skourletis, la TAP, che transiterà attraverso 13 regioni del Paese, è un progetto necessario perché la Grecia ottenga introiti per il passaggio del gas dei quali, a giovare, saranno le finanze del Paese.
Nello specifico, la TAP è un progetto sostenuto dalla Commissione Europea per veicolare dalla Turchia all’Italia, attraverso Grecia ed Albania, gas proveniente dall’Azerbaijan da un minimo di 10 miliardi di metri cubi all’anno ad un massimo di 30 miliardi di metri cubi.
La ratio della TAP è la diminuzione della dipendenza dell’Europa dalle importazioni di gas da Algeria e Russia. Per questo, la TAP è stata inserita in un disegno più ampio che prevede la costruzione di un alto numero di rigassificatori in diversi Paesi dell’Unione Europea per importare gas liquefatto da Qatar, Nigeria, Egitto e, in prospettiva, dagli Stati Uniti d’America.
Inoltre, la TAP potrebbe veicolare gas proveniente da Israele che, come dichiarato di recente dal Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha intenzione di avvalersi dello sfruttamento dei giacimenti Leviathan, Tamar e Dalit per esportare energia in Europa.
Nello specifico, Israele sta valutando la realizzazione di un gasdotto per collegare i giacimenti israeliani alla Turchia, dove il gas di Tel Aviv confluirebbe nel Gasdotto Trans Anatolico -TANAP- e, successivamente, nella TAP.
Oltre alla diversificazione delle forniture di gas secondo le linee guida della Commissione Europea, con la quale Atene intrattiene rapporti tesi, la decisione della Grecia di sostenere la TAP è da considerare come una forma di pressione che il Governo greco intende esercitare su Mosca per ottenere il rinnovo del gasdotto Turkish Stream da parte dalla Russia.
Il Turkish Stream è un gasdotto progettato dalla Russia per veicolare in Grecia 63 miliardi di metri cubi di gas all’anno attraverso le acque territoriali della Turchia: un progetto, congelato in seguito alla recente crisi politica tra Turchia e Russia, che avrebbe messo a repentaglio la realizzazione della TAP e, con essa, buona parte del progetto di diversificazione delle forniture di gas dell’Unione Europea.
La Commissione Europea, del resto, ha espresso parere negativo in merito al Turkish Stream, in quanto questo progetto non è conforme al Terzo Pacchetto Energetico Europeo. Questa legge UE vieta il controllo congiunto della compravendita del gas e dei gasdotti da parte della medesima compagnia energetica, che nel caso del Turkish Stream è il monopolista statale russo del gas Gazprom.
Nonostante la non conformità alle leggi UE, la Grecia ha sempre mantenuto una forte attenzione nei confronti del Turkish Stream. Il Premier greco, Alexis Tsipras, dopo essere stato tra i primi ad approvare la realizzazione del gasdotto russo, è tra i leader europei a volere fortemente la revoca delle sanzioni che l’UE ha applicato alla Russia a causa della crisi ucraina.
Da parte sua, la Russia ha dimostrato di non volere abbandonare del tutto il Turkish Stream. Come dichiarato dal Ministro dell’Energia russo, Alexander Novak, il gasdotto potrebbe infatti essere ripristinato come progetto prioritario per la Federazione Russa malgrado le frizioni con Turchia ed Unione Europea.
La Bulgaria lancia la concorrenza ad Atene
Un assist alla Russia è stato dato dalla Bulgaria, il cui Premier, Boyko Borysov, ha proposto la realizzazione del Bulgarian Stream: un progetto simile al Turkish Stream che permetterebbe a Gazprom di esportare il gas russo in Europa bypassando la Turchia.
Secondo quanto dichiarato dal Premier Borysov, il Bulgarian Stream consentirebbe alla Russia di veicolare il suo gas fino al terminale Balkan, che il Governo bulgaro intende realizzare per rendere la Bulgaria il principale hub di importazione di gas in Europa Centro Orientale.
Infatti, sempre secondo il Premier Borysov, il rigassificatore Balkan potrebbe servire ad importare, ed immettere nel sistema dei gasdotti dell’Europa Centrale, anche gas proveniente dall’Azerbaijan e da altri Paesi fornitori.
Matteo Cazzulani
Analista Politico dell’Europa Centro Orientale
@MatteoCazzulani