di Viviana Di Lorenzo
Tutti almeno una volta nella vita dovrebbero leggere Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupery, che racchiude in un centinaio di pagine, numerosi insegnamenti e spunti per una riflessione immediata, sulle caratteristiche dell’uomo.
Dal 1° gennaio, uscirà nelle sale la versione cinematografica, con la regia di Mark Osborne, già regista di Kung Fu Panda. Protagonista del cartone è una bambina, che trasferitasi in un nuovo quartiere, si trova a vivere secondo le attività ed i programmi giornalieri gestiti dalla madre, donna in carriera, che desidera a tutti i costi che la figlia possa essere ammessa alla prestigiosa Accademia Werth, che forma i manager del futuro. L’incontro della bambina con un anziano aviatore, segnerà il suo cambiamento e la sua crescita e voglia di ribellione, nei confronti della madre, non troppo attenta ai bisogni di una bambina, ma già orientata alla sua vita da adulta. L’anziano, inizia a raccontarle di un suo incontro avvenuto anni prima, a seguito di una terribile avaria nel deserto del Sahara, con uno strano bambino, il Piccolo Principe, arrivato sulla Terra dopo un viaggio tra gli asteroidi.
Il film inoltre, alterna l’animazione tridimensionale, durante gli incontri dell’anziano con la bambina, alla tecnica dello stop motion, nella parte dedicata al viaggio del Piccolo Principe, che evoca molto bene, le illustrazioni presenti nel testo originale, realizzate dallo stesso Antoine de Saint-Exupery.
Il libro è una splendida storia, un misto tra il fantastico e il reale, che nasce per colpire l’attenzione dei grandi e dei piccoli, ed è anche questo l’obiettivo del film e del regista, che concentra, nella figura della bambina, l’innocenza della giovane età e la sua voglia di crescere, mantenendo vivo e presente, anche da adulta, il legame con la sua parte infantile.
Infanzia, fiducia nelle proprie capacità e l’importanza della fantasia, sono tutti aspetti che l’autore del libro non ha potuto vivere nella sua vita e che rivive, in questa storia, nei panni dell’aviatore. Gli strani personaggi incontrati durante il viaggio dal Piccolo Principe sono il perno di tutto il racconto e rappresentano: la noncuranza da parte degli adulti e la loro presunzione che li porta ad essere egoisti, interessati a comandare su tutti; la vanità di chi vede solo se stesso; l’interesse per il successo ed il denaro. Tutti questi non sono altro che i difetti dell’uomo che, divenuto adulto, perde la spontaneità dei bambini e la loro capacità di abbandonarsi all’immaginazione, alla fantasia, alle potenzialità che ci caratterizzano e permettono di inventare, di vedere oltre le cose materiali.
Così come dice la volpe al Piccolo Principe: “Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”, forse dovremmo prendere questa frase, come una “massima” da ricordare e da tener presente ogni giorno. Non preoccupiamoci delle cose particolari, non facciamo come quegli uomini che tengono conto solo di cifre, ma guardiamo all’essenziale e valorizziamo, o meglio, riconosciamo alle cose più semplici, la loro importanza ed il loro significato Solo così facendo la nostra vita potrà assumere un aspetto migliore e con essa, anche noi.
È per tutti questi aspetti, che il film è attesissimo dagli appassionati del libro ed è per queste ragioni che possiamo immaginare il suo successo.