di Gabriele Bonafede
“Attacchi aerei russi in Siria hanno ucciso centinaia di civili e hanno causato distruzione massiccia in zone residenziali, colpendo case, una moschea e un mercato affollato, così come strutture mediche, in un tipo di attacchi che mostrano prove di violazioni del diritto internazionale umanitario”, ha detto Amnesty International in un nuovo briefing pubblicato oggi.
Così Amnesty International in un nuovo report-shock, largamente ignorato in Italia ma ampiamente diffuso dai maggiori media britannici, produce le prove dei massacri di civili operati dalle forze militari russe.
Gli attacchi oggetto della documentazione riguarderebbero inoltre solo le operazioni direttamente effettuate dalle forze militari russe in Siria, senza includere quelle contro civili fatte dai russi a sostegno delle forze di Assad.
Nel solo periodo ottobre-novembre sarebbero centinaia le vittime tra morti e feriti, inclusi bambini, donne e degenti in ospedali, oppure cittadini siriani affollati nei mercati.
Amnesty International punta il dito sul fallimento delle autorità russe ad ammettere il massacro di civili e sugli attacchi indiscriminati a zone residenziali con armi di distruzione di massa come bombe a grappolo, che spesso rimangono inesplose provocando morte anche dopo gli attacchi.
Così le dichiarazioni delle autorità russe di fronte all’evidenza del materiale raccolto Amnesty International: “Beni di carattere civile non sono stati danneggiati”.
La risposta di Amnesty alla evidente falsità delle autorità russe è molto netta:
“Le dichiarazioni della Russia sui suoi attacchi in Siria sono smascherate” ed evidenzia che i civili pagano ad alto prezzo per gli attacchi russi in tutto il Paese.
La relazione pubblicata da Amnesty si concentra solo su sei attacchi a Homs, Idleb e Aleppo tra settembre e novembre 2015, che hanno ucciso almeno 200 civili e circa una dozzina di combattenti.
“Il briefing – continua Amnesty – comprende prove che suggeriscono che le autorità russe abbiano mentito per coprire i danni civili a una moschea da un attacco aereo e di un ospedale da campo, in un altro attacco. Inoltre i documenti proverebbero l’uso della Russia di munizioni a grappolo vietate a livello internazionale e di bombe non guidate in aree residenziali densamente popolate.”
Il report di Amnesty con le prove fotografiche e di testimonianze, non è al momento disponibile in italiano, ma lo è in inglese e arabo in questo link:
Syria: ‘Civilian objects were not damaged’: Russia’s statements on its attacks in Syria unmasked
Lungo trenta pagine è corredato di testimonianze e documentazione sui corpi decapitati e mutilati dalle armi russe e sul terrore seminato tra i civili. Nel report si trovano fotografie di frammenti di bombe russe di chiara fabbricazione russa con scritte in cirillico.
Ecco il testo in inglese su parte della presentazione del report:
“Russian air strikes in Syria have killed hundreds of civilians and caused massive destruction in residential areas, striking homes, a mosque and a busy market, as well as medical facilities, in a pattern of attacks that show evidence of violations of international humanitarian law, said Amnesty International in a new briefing published today.”
“The report focuses on six attacks in Homs, Idleb and Aleppo between September and November 2015 which killed at least 200 civilians and around a dozen fighters. The briefing includes evidence suggesting that Russian authorities may have lied to cover up civilian damage to a mosque from one air strike and a field hospital in another. It also documents evidence suggesting Russia’s use of internationally banned cluster munitions and of unguided bombs in populated residential areas.”
“The Russian authorities have claimed that their armed forces are only striking “terrorist” targets. After some attacks, they have responded to reports of civilian deaths, by denying they killed civilians; after others, they have simply stayed silent.”
“Amnesty International interviewed eyewitnesses and survivors of attacks as well as examining video evidence and images showing the aftermath of attacks, aided by analysis by weapons experts. The attacks were identified as suspected Russian air strikes by cross-referencing details of each attack with statements from the Russian Ministry of Defence announcing “terrorist” targets struck, or from details about the nature of the attack in witness testimony.”
“The organization’s research into these strikes indicate that there were no military targets or fighters in the immediate vicinity of the areas that were struck. This suggests that the attacks may have violated international humanitarian law and may, in some circumstances, constitute war crimes.”
“One of the deadliest attacks documented in the briefing three missiles were fired on a busy market in the centre of Ariha in Idleb governorate killing 49 civilians. Witnesses described how within seconds the bustling Sunday market turned to a scene of carnage.”
“In just a few moments, people were screaming, the smell of burning was in the air and there was just chaos. There was a primary school nearby, and children were running out absolutely terrified… there were bodies everywhere, decapitated and mutilated,” said Mohammed Qurabi al-Ghazal, a local media activist.”
La presentazione del report è consultabile in inglese su:
Syria: Russia’s shameful failure to acknowledge civilian killings