di Gabriele Bonafede
Non lo dice un blog impegnato nei diritti umani. Né tantomeno un giornale dell’opposizione ad Assad o un giornale ucraino o turco. Ma nientemeno che il The Guardian, un quotidiano britannico di larga diffusione, non molto tenero nei confronti della UE e della Nato.
Eppure, il Guardian ha pubblicato l’evidenza ancora sconosciuta in Italia: la guerra di Putin in Siria è un totale fallimento. Un sanguinoso fallimento. Sono centinaia i civili morti e feriti sotto gli attacchi russi. Considerando gli attacchi dell’esercito di Assad condotti insieme ai raid russi alcune ONG hanno calcolato in forse più di mille le vittime civili tra morti e feriti. Con molte donne e molti bambini tra loro.
(Il link per l’articolo nel The Guardian è: http://www.theguardian.com/world/2015/dec/21/russias-airstrikes-on-syria-struggle-to-spur-progress-on-the-ground?CMP=share_btn_tw)
E i progressi nei confronti dell’Isis sono minimi.
Anche perché, come riporta pure il Guardian, l’ottanta percento degli attacchi russi non sono contro l’Isis. Cosa nota. Tranne in Italia dove si crede ancora nelle favole e si pensa che i raid aerei, da qualsiasi parte provengano, non facciano vittime tra i civili. Come se solo le bombe Nato colpissero i civili, cosa verissima e reale, e quelle russe invece no per un misterioso intervento soprannaturale.
Purtroppo lo fanno: le bombe russe, quelle Nato o di qualsiasi altro Paese colpiscono i civili, ogni giorno. Di oggi è la notizia che altri 35 civili sarebbero stati uccisi dai raid russi nella zona di Bazina, tenuta da ribelli anti-Assad che combattono anche contro l’Isis. Notizia che i media italiani hanno mancato, chissà perché, di mettere in evidenza.
È certo, ovvio, che l’Isis è il nemico numero uno dell’umanità. Proprio per questo una campagna che sostiene Assad, più che essere rivolta contro l’Isis, non fa altro che portare risultati negativi anche riguardo alla lotta contro i terroristi dell’Isis.
Purtroppo in Italia, un Paese che continua ad avere un preoccupante gap di comprensione delle lingue straniere (anche le più diffuse come inglese, francese e spagnolo), le notizie che possono essere lette dalla stragrande maggioranza della popolazione sono solo in italiano. Rimangono fuori dalla portata degli italiani le fonti principali d’informazione, i report sul terreno, le denunzie innumerevoli di volontari e organizzazioni per i diritti umani. Per non parlare delle pubblicazioni, della letteratura mondiale, degli studi tecnici e accademici non tradotti in italiano. E, perché no, dei post nei blog più sconosciuti.
In questo terreno privo d’informazione globale, ma pieno di notizie locali spesso futili, si fa strada la voglia di non vedere e di trovare facili soluzioni a problemi epocali. E così il primo leader che si lancia in un’impresa spaccona, i cui risultati sono spesso raccapriccianti senza alcun progresso nella lotta contro l’Isis, attraggano numerosi consensi.
Sono passati un paio di mesi dall’intervento russo in Siria e gli unici reali progressi sul terreno nei confronti dell’Isis sono stati fatti dai curdi a nord, sostenuti dagli aerei della coalizione a guida-Usa, e dalle forze irachene, sempre sostenute dalla coalizione, nelle operazioni dell’area di Ramada.
Ma in Italia va “di moda” essere antiamericani, e quindi nessuno ne parla.
Voglio anche aggiungere che il popolo russo non si merita una guerra a sostegno di Assad spacciata per guerra contro l’Isis. Anche se i media italiani non lo dicono, e quelli russi ancora meno, molti soldati russi avrebbero già perso la vita nella guerra in Siria per obiettivi che non appaiono essere quelli propagandati. Andrebbe, piuttosto, trovato un accordo diplomatico reale su una vera coordinazione della lotta all’Isis. E anche su altre questioni, prima tra tutte il vero ritiro dei soldati russi dall’Ucraina dove ne sono morti già tanti, con il solo risultato, se così si può chiamare, di sostenere sedicenti repubbliche “separatiste” di dubbia civiltà, di dubbia morale e e di bassissima credibilità.
Il popolo russo è un grande popolo. La Russia è un Paese di grande storia e civiltà, dal quale si può e si deve imparare. Oggi più che mai c’è da imparare dalla sofferenza del popolo russo: troppo spesso gettato con poca lungimiranza in sanguinose avventure che non condivide, insieme e contro altri popoli. Fin dai tempi degli zar.
Certo censeum mosca esse delendam!