di Gabriele Bonafede
La FED (banca centrale USA) alza i tassi d’interesse con un effetto non negativo sulle borse occidentali. Si registrano persino sostanziali rialzi grazie alla conferma di un trend negativo del prezzo dell’energia, soprattutto gas e petrolio, e alla credibilità della strategia-FED nell’attuale momento economico americano.
Stranamente, alcune grandi testate italiane imputano un rialzo delle borse all’alzamento dei tassi d’interesse (quelli della FED Federal Reserve Bank) di riferimento negli USA. Di solito un rialzo dei tassi d’interesse ha un effetto negativo sugli indici di borsa e quindi non si capisce perché c’è una lettura così strana da parte di queste testate.
Vero è, invece, che l’effetto positivo sulle borse proverrebbe soprattutto da un grande aiuto all’economia provocato da un prezzo basso, e si prevede prolungato nel tempo, delle fonti energetiche.
Altrettanto vero è che le borse si beneficerebbero di una politica monetaria ben spiegata, stabile e razionale da parte della FED e non dal rialzo in se stesso.
Mentre il rialzo dei tassi era in aspettativa, e come tale già anticipato dai mercati, una buona impressione della strategia monetaria stabilita dalla FED è una buona notizia. Da qui i rialzi di oggi, dell’ordine del 2-3% nei maggiori mercati europei.
Si aspetta l’apertura di New York per avere ulteriori conferme e si aspetta soprattutto la posizione della BCE alla nuova situazione. Nel frattempo l’Euro scende, anche questo un effetto dell’innalzamento dei tassi e della rinnovata credibilità della FED.
Finora la BCE a guida Draghi avrebbe fatto capire che crede in un Euro tra la parità 1 a 1 con il dollaro e 1,1 dollari per un euro quale target ragionevole per mantenere la crescita, invertendo la strategia “pre-Draghi” di euro forte (intorno a 1,3 dollari) che aveva dato ampia prova d’essere un disastro.
In copertoina, sede della Fed di Washington. Immagine tratta da Wikipedia.