di Gabriele Bonafede
Paura, disoccupazione, campane xenofobe: è questo l’appeal del Front National. Una formazione “politica” nata dai nostalgici di dittature. Cresciuta a dismisura a causa delle nuove crisi europee e mondiali del XXI secolo. La vittoria elettorale al primo turno delle regionali francesi 2015 è stata favorita da un clima di tensione e di paura a seguito della strage di Parigi del 13 novembre 2015.
Ma non solo. Al primo turno il FN è arrivato ad essere il primo partito in Francia perché il mondo dell’informazione è strapieno di posizioni che difendono un sedicente “merito” delle dittature, siano esse in Africa, in Medioriente, in Asia o in Russia. Leggiamo costantemente, soprattutto in Italia, mostruose considerazioni su un dittatore asiatico qui, su uno ex-sovietico là, su un Gheddafi o un Assad. C’è una moltitudine di apologie del massacro di popolazione civile “per mantenere il controllo della situazione”. Si è persino arrivato a dire che se le bombe sono sganciate da un dittatore su civili inermi vanno bene (!!!).
Oggi la dittatura è “di moda”. L’intolleranza, le falsità, l’antipatia per l’occidente e la democrazia, con tutti i suoi pregi e difetti, è diventato un vezzo, un modo per fare audience e soprattutto un gioco sporco.
Non è un mistero che Marine Le Pen in Francia e Salvini (e forse anche Grillo) in Italia, siano sostenuti da Putin e la sua cerchia di personaggi, come Dugin e altri, che propagandano idee neonaziste, liberticide e false.
Il FN e Salvini propongono “soluzioni” economiche per l’Europa che sono peggiori del male. Tra le folli proposte della Le Pen c’è ad esempio una tassa all’importazione. Una cosa che, soprattutto se attuata con altre proposte antieconomiche e autolesioniste del FN, metterebbe in ginocchio l’economia francese. Peggio, inizierebbe quella corsa alle barriere doganali in Europa e nel mondo, quell’autarchia, che fu alla base delle guerre del XX secolo. D’altronde, cosa ci si può aspettare da partiti che hanno chiare radici ideologiche nel fascismo e che sono alleati e sostenuti dai dittatori di oggi?
Come diceva Sandro Pertini, “Il fascismo per me non può essere considerato una fede politica. Sembra assurdo quello che dico, ma è così: il fascismo a mio avviso è l’antitesi delle le fedi politiche, il fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche. Non si può parlare di fede politica parlando del fascismo, perché il fascismo opprimeva tutti coloro che non la pensavano come lui”.
E ancora, il Presidente italiano di quarant’anni fa: “Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. Ecco l’appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia.”
Parole profetiche. Perché se negli anni in cui Pertini era presidente la democrazia sembrava, a torto, cosa acquisita per sempre, ieri la Francia ha dovuto difenderla con una mobilitazione al voto di grandi dimensioni. La vittoria di socialisti e repubblicani francesi è stata una vittoria in difesa della democrazia nei confronti di una visione del mondo di divisone, di dittatura, di mortificazione della ricchezza sociale fatta di diverse culture e diverse opinioni.
È stata una vittoria plurale, democratica nel nocciolo stesso del significato di democrazia. E stata una vittoria di chi afferma libera impresa, libero pensiero, libera informazione come difesa dei diritti umani. Con proposte e considerazioni diverse, è vero. Ma sempre nell’ambito di una repubblica basata su tre principi: libertà, uguaglianza, fraternità. Principi sempre validi. E sempre da difendere contro chi si dichiara “difensore” dei valori francesi umiliandoli al tempo stesso.
La democrazia va conquistata. Ma la conquista della democrazia non è stabile: va difesa ogni giorno contro gli attacchi di chi la nega e la umilia, magari nascondendosi in una pretesa “lotta al sistema”. E questo era uno dei punti fermi di Sandro Pertini: la democrazia va difesa costantemente contro gli attacchi di chi mortifica la libertà d’opinione e di stampa. Contro chi, per conquistare il potere, utilizza armi, menzogna, paura, assassinio politico di avversari e giornalisti. La Le Pen, per fortuna, non fa questo in Francia, ma s’ispira a personaggi, oggi molto “di moda”, che hanno troppo da chiarire riguardo a questi punti.
E oggi la democrazia va difesa soprattutto da chi sparge menzogne nei confronti del mondo libero. Il quale, per quanto si affannino in molti a negarlo, cresce sempre di più: ieri la Polonia, la Romania, la Lettonia e tutti i Paesi dell’Europa Centro orientale, oggi l’Ucraina e la Tunisia si sono finalmente affacciati al mondo libero.