di Matteo Cazzulani
Un elicottero dell’esercito russo viola lo spazio aereo della Georgia, e contemporaneamente un altro elicottero militare di Mosca sorvola i cieli della Finlandia. Tbilisi parla di provocazione, mentreHelsinki pensa sempre più seriamente alla NATO
Varsavia – Dopo l’Ucraina sembra proprio essere il momento della Georgia, che per la felicità della Russia, non è la Turchia. Nella giornata di giovedì, 10 Dicembre, un elicottero dell’esercito russo ha violato lo spazio aereo della Georgia per una manciata di minuti, sorvolando sia il territorio georgiano che zone della Ossezia del Sud, regione georgiana controllata illegalmente dalle armate di Mosca.
Come riportato dal portale di informazione Civil Georgia, pronta è stata la risposta del Governo georgiano, che ha condannato l’accaduto come una vera e propria provocazione. La Georgia ha anche invitato la Russia a rispettare la tregua del 2008, nella quale, dopo l’aggressione-lampo di Mosca che ha portato l’esercito della Federazione Russa ad occupare sino ad oggi le regioni georgiane di Ossezia del Sud ed Abkhazia, il Cremlino ha promesso di rispettare l’integrità territoriale di Tbilisi.
Oltre che in Georgia, sconfinamenti dell’aviazione militare russa si sono verificati anche in Finlandia. Come riportato dalla finlandese Yle, nella giornata di giovedì, 10 Dicembre, un altro elicottero dell’esercito russo ha infatti sorvolato il territorio finlandese nei pressi della località di Haapasaari, vicino al Golfo di Finlandia, per una decina di minuti, ignorando le ripetute richieste dell’aviazione militare finlandese di terminare lo sconfinamento illegale.
Le manovre della Russia nei cieli di altri Paesi avvengono a pochi giorni da un simile sconfinamento in territorio turco al confine con la Siria al quale, lo scorso 24 novembre, la Turchia ha risposto abbattendo un Su 24 dell’esercito russo.
Altri sconfinamenti, avvenuti in Finlandia, Svezia, Norvegia, Gran Bretagna, Danimarca, Polonia, Romania e Paesi Baltici, sono rimasti senza risposta, in quanto le aviazioni dei Paesi dell’Unione Europea e della NATO hanno preferito non rispondere a comportamenti che, secondo il codice militare, sono catalogabili come vere e proprie provocazioni rasenti alla dichiarazione di ostilità.
La ripresa degli sconfinamenti da parte della Russia ha lo scopo di alzare la tensione in una regione, quella del Caucaso e dell’Europa Orientale, in cui Mosca intende ripristinare la propria influenza dopo il periodo sovietico avvalendosi di una retorica fortemente nazionalista atta a mobilitare giovani russi alla guerra per il nuovo impero russo contro l’Occidente.
La Georgia è infatti non solo un Paese dell’ex-Unione Sovietica, ma anche un importante Stato di transito del gas dall’Azerbaijan verso l’Europa di cui la Commissione Europea intende avvalersi per diversificare le proprie forniture ed allentare la dipendenza energetica dalla Russia.
La Finlandia è un Paese dell’Unione Europea che ha avviato un dibattito interno per aderire alla NATO: una decisione presa all’indomani dell’annessione illegale della Crimea e dell’occupazione militare del Donbas da parte della Russia ai danni dell’Ucraina.
Gli amici di Putin fanno lobby in Europa
Nella sua opera di provocazione militare, il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, può contare non solo sulla debolezza di Georgia ed Ucraina, ma anche di preziosi alleati all’interno dell’Unione Europea, pronti ad attuare politiche inclini all’interesse della Russia, anche a discapito della solidarietà UE.
La Germania sta facendo di tutto per forzare il prolungamento del Nordstream, gasdotto progettato dalla Russia sul fondale del Mar Baltico per incrementare la dipendenza dell’UE dal gas russo e bypassare Paesi membri dell’Unione come Svezia, Finlandia, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Estonia, Lettonia e Lituania.
L’Italia, con il sostegno di Grecia, Cipro, Ungheria ed Austria, si è opposta, durante il vertice degli Ambasciatori UE di mercoledì, 9 Dicembre, al prolungamento delle sanzioni che l’Unione Europea ha applicato alla Russia in riposta all’occupazione di Crimea e Donbas.
Matteo Cazzulani
Analista Politico dell’Europa Centro Orientale
@MatteoCazzulani