di Gabriele Bonafede
Tra le tante credenze popolari, o “bufale”, che circolano in Italia c’è quella che il prezzo della benzina non scenda allo scendere del prezzo del petrolio, materia prima della benzina. Nulla di più falso.
Vero invece che una cosa è il prezzo della materia prima (il petrolio) e un’altra è il prezzo di un prodotto (la benzina) derivante da quella materia. Infatti, il prezzo della benzina al consumatore (alla pompa di benzina) non è composto solo dal prezzo al barile del petrolio sul mercato internazionale. E per riflettere la riduzione del prezzo della materia prima sul prezzo al consumo ci vuole un certo tempo e una certa stabilità nella riduzione del prezzo della materia prima.
Il prezzo al consumo è infatti il risultato di tanti altri fattori. Innanzitutto dipende dai costi di raffinazione e distribuzione. Questi incidono molto e soprattutto incidono con tempi diversi. In secondo luogo incide la volatilità del prezzo (il cambiamento frequente e pronunciato del prezzo) del petrolio stesso. Tipicamente, le materie prime hanno forti oscillazioni e il sistema di produzione e distribuzione della benzina deve adeguarsi a questi rischi diciamo così “assorbendo” quanto più possibile nel tempo in cambiamenti del prezzo attraverso contratti di forniture a prezzi garantiti (i “futures”), pagandone una specie di assicurazione sul futuro prezzo nel mercato.
Infine, e questo incide più di tutto, ci sono le imposte, in Europa tipicamente più alte che negli USA. Per motivi, va ricordato, in gran parte relazionati alla protezione dell’ambiente e a emergenze sociali e culturali.
Ciononostante, grazie alla discesa del prezzo del petrolio da Giugno ad oggi, la benzina è certamente meno cara. Ciò è confermato dai dati forniti dal Ministero dello sviluppo economico su una media nazionale.
Ad esempio, se compariamo i prezzi di del primo giugno 2015 a quelli del 30 novembre 2015 notiamo che la benzina senza piombo è passata da circa 1,62 Euro a circa 1,46 Euro per litro. Ciò equivale a una riduzione del 9.8% in soli sei mesi. Il che, su base annua sarebbe una riduzione di quasi il 20%. Ecco in dettaglio dai dati del Ministero, rintracciabili su http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/cittadino-e-consumatori/prezzi/mercati-dei-carburanti/struttura-del-prezzo-medio-nazionale-dei-prodotti-petroliferi
Prezzi a confronto benzina senza piombo:
1 Giugno 2015 Prezzo al consumo 1,616 EUR
Imposte (accise e IVA) 0,1020 EUR
Prezzo al netto delle imposte 0,596 EUR
30 Novembre 2015 Prezzo al consumo 1,458 EUR
Imposte (Accise e IVA) 0,992 EUR
Prezzo al netto delle imposte 0,466 EUR
Come si vede da questi dati la riduzione del prezzo al consumo è notevole e deriva fondamentalmente dalla riduzione del prezzo al netto delle imposte realizzata grazie alla riduzione del prezzo del petrolio. Nel corso del 2015, infatti, il prezzo del petrolio ha confermato nel tempo una fascia di 45-55 dollari al barile (per il Brent che è quello di riferimento per l’Italia), tendente al ribasso nel lungo periodo, dopo la forte discesa dell’autunno-inverno 2014-2015. I benefici si vedono, eccome. Anche l’economia italiana, fortemente dipendente da grandi importazioni di greggio, se n’è giovata uscendo da un lungo periodo recessivo e segnando una ripresa, seppur ancora timida.