di Viviana Di Lorenzo
Stamattina, nel mar Egeo, al largo dell’ isola di Farmakonissi, un barcone ha imbarcato acqua e poi è affondato, causando la morte di 11 persone, tra le quali 5 sono bambini. Si cercano ancora 13 dispersi, mentre 26 persone sono state salvate dalla Guardia Costiera. Le ricerche stanno proseguendo grazie alla collaborazione di motovedette della polizia portuale greca e un mezzo navale di Frontex (l’agenzia di controllo delle frontiere esterne all’UE).
La barca, che trasportava 50 migranti, secondo quanto riferito dai superstiti, era partita dalla Turchia con l’obiettivo di raggiungere la Grecia. Già ieri vi era stata un’altra tragedia del mare, infatti un’imbarcazione che voleva raggiungere l’isola greca di Chio è sprofondata al largo della costa della provincia turca di Smirne, causando la morte di 6 bambini. Sono stati recuperati i corpi dei piccoli, tra cui anche quello di un neonato e ancora si cercano 2 dispersi.
Quella di questi giorni è l’ennesima tragedia in mare, purtroppo destinata a non essere l’ultima. Dall’inizio dell’anno, hanno perso la vita ben 700 bambini, mentre il numero di morti nel Mediterraneo è raddoppiato nel 2015 rispetto al 2014. Si è passati da 1600 vittime nel 2014 a 3200 quest’anno, secondo quanto riportato nei dati della Fondazione Migrantes che parla di una strage silenziosa nel Mediterraneo.
L’OIM, l’Organizzazione ONU per le migrazioni, ha riferito che dall’inizio dell’anno si sono spostati dalle coste turche, al fine di raggiungere le isole greche, ben più di 650 mila migranti per lo più rifugiati siriani e sono state oltre 500 le persone che hanno perso la vita durante il tragitto. Il dato allarmante è che ci sono sempre più bambini tra le vittime di queste tragedie.
La maggior parte dei migranti nell’Egeo è costituita da rifugiati che fuggono dalle raccapriccianti stragi della guerra in Siria dove l’esercito di Assad continua a utilizzare barrel bombs, bombe a frammentazione, in zone di civile abitazione. Mentre nelle zone controllate dall’Isis vige il terrore più assoluto nei confronti della popolazione inerme, continuano i massacri arbitratri di civili, continuano le escuzioni sommarie, si espande la pratica della tortura.
Come è noto, accettare i veri rifugiati che scappano dall’orrore siriano è una priorità dell’UE. Bruxelles chiede agli Stati Membri di applicare miglioramenti nel funzionamento degli hotspot, ovvero i centri di identificazione dei migranti, stabilendo le opportune capacità ricettive per poter “raggiungere gli obiettivi e concordare rapidamente un preciso calendario affinché anche altri hotspot diventino operativi”.