di Viviana Di Lorenzo
Sono passati ben 25 anni da quando è uscito in tutte le sale del mondo il film che ha segnato la stretta collaborazione, destinata a durare nel tempo, tra il regista Tim Burton e l’attore Johnny Depp, affermatosi proprio grazie a questa pellicola.
La storia che viene narrata è nota a molti. Un essere umano artificiale, Edward, rimasto incompleto (con le forbici al posto delle mani) a causa della morte improvvisa del suo anziano creatore, vive avventure e disavventure in un mondo che stenta ad accettarlo nonostante la sua grande voglia d’essere compreso. Edward viene accolto da una famiglia suscitando la curiosità e i sospetti di tutto il quartiere. Dapprima diventa conosciuto tra la gente del posto a causa delle sue strane mani, e in un secondo momento viene scoperta la sua naturale capacità di creare sculture di ghiaccio e di siepi e poi le acconciature di tutte le signore.
Il film poi si snoda sull’innamoramento del giovane per Kim, figlia della coppia che lo ospita, e permette allo spettatore di riflettere sui comportamenti degli abitanti che se da un lato sono pronti a giudicare lo strano ragazzo, dall’altro non perdono tempo per cercare di guadagnare sulle sue caratteristiche fisiche e competenze.
Questo film è passato alla storia divenendo un vero e proprio classico, non solo per la visione particolare delle ambientazioni che ci fanno scoprire l’originalità di Tim Burton, ma anche perché ci permette di mettere a fuoco la condizione di diversità. Ha la capacità di far soffermare lo spettatore sulle caratteristiche e i vizi dell’uomo, alternando l’ironia e la riflessione.
Ma soprattutto è un film che fa riflettere sull’accettazione di chi è diverso da noi. Sonda infatti le implicazioni negative che scaturiscono dai preconcetti nei riguardi di chi non ha un linguaggio o un aspetto accettato dal nostro gruppo, dal nostro Paese o dalla nostra città d’appartenenza.
Su questo piano, a 25 anni dalla sua uscita nelle sale, è un film ancora attuale e istruttivo.