di Gabriele Bonafede
Palermo – Alessandria, sedicesimi di Coppa Italia, finisce 2 a 3. E i rosanero piombano nel caos. L’Alessandria invece brinda a champagne, o meglio “a spumante”, approdando a un traguardo storico: gli ottavi di coppa Italia che non giocava dagli anni ’30 del secolo scorso, circa 80 anni fa.
È stata una lezione di calcio, non solo sul campo, ma anche sugli spalti. I grigi dell’Alessandria passano a Palermo con pieno merito e sostenuti da una cinquantina di supporter che incitano continuamente la loro squadra, mai offensivi, coloriti, instancabili e ovviamente in delirio alla fine dell’incontro.
Un disastro, invece, il Palermo. Certo, la “formula” idiota della Coppa Italia non aiuta. La partita, se è secca, va giocata nel campo della squadra minore, se non altro perché si tratterebbe sempre di un evento. Ad esempio, Milan – Crotone doveva essere giocata a Crotone dove si sarebbe fatto il pienone e se ne sarebbe giovato lo sport, l’economia della società calabrese, il calcio in generale. E forse il Crotone sarebbe pure passato, colorando ulteriormente una competizione di coppa ormai morta e sepolta.
Stessa cosa per Palermo – Alessandria: nella ridente cittadina piemontese sarebbe stato ben altro evento sportivo. E forse il Palermo avrebbe giocato con meno sufficienza in un ambiente con grande clima anziché in uno stadio deserto, se non fosse stato per i ragazzini delle scuole accreditati dalla US Palermo nel progetto “La scuola al Barbera”.
A Palermo, invece, se si escludono i 3150 ragazzini delle scuole, i paganti son stati 2226: una media da serie D. Una quantità praticamente nulla per una città di 700.000 abitanti.
Chi è andato allo stadio con spirito sportivo, quale amante del calcio, ha goduto dello spettacolo. L’Alessandria ha giocato molto bene e con grande agonismo. C’era d’aspettarselo, per fortuna. Molto meno bene il Palermo, disastroso nel primo tempo, con Vazquez che non andava nemmeno schierato se questo è il suo contributo: espulso al 22’ del primo tempo.
Altro arcano “tecnico” è il mancato utilizzo da parte di Ballardini dell’unica riserva di ruolo a Gilardino, e cioè il giovane Antonino La Gumina. Questa era la partita dove si poteva provare il giocatore fin dal primo minuto, anche perché il Palermo domenica a Bergamo dovrà pur giocare senza Vazquez, squalificato anche in campionato a causa dell’ennesimo cartoncino giallo rimediato con la Juventus.
L’andamento del primo tempo, con un Palermo inguardabile al cospetto di una squadra grintosa ma pur sempre di due serie inferiori, dimostra quello che sappiamo tutti: senza almeno una punta di ruolo il Palermo non ha dove andare, anche contro squadre di Lega Pro. L’assenza di pubblico e la critica facile e fine a se stessa non aiutano.